Ultim’ora Crisi di Governo. Salvini pensa a Di Maio premier: «Sono pronto a incontrare Luigi, pace possibile»

24 Agosto 2019 - 11:58

Ultim’ora Crisi di Governo. Salvini pensa a Di Maio premier: «Sono pronto a incontrare Luigi, pace possibile»

Ultim’ora Crisi di Governo. Salvini pensa a Di Maio premier: «Sono pronto a incontrare Luigi, pace possibile»

«Per me sarebbe un onore continuare a occuparmi della sicurezza degli italiani, non per occupare una poltrona». Matteo Salvini non rinuncia al suo pressing sugli ex alleati. E in un Facebook live proprio dal suo ufficio al Viminale si rivolge «agli amici dei 5 Stelle: ma veramente voi volete riportare al potere quelli che definivate il partito di Bibbiano, di Banca Etruria, della spartizione del Csm e delle Procure? Ecco no, io una roba del genere non avrei il fegato di farla e di imporla ai cittadini italiani…».

Eppure, quando si apprende del faccia a faccia tra Di Maio e Zingaretti, in Lega comincia a prevalere lo scoraggiamento. Anche se nessuno esclude che l’ottimismo tra Dem e 5 Stelle sulla trattativa per il nuovo governo possa essere «soltanto di facciata, oltre che un modo per alzare il prezzo con noi». In ogni caso, Matteo Salvini — dopo una rapidissima fuga romantica in Umbria — non si dà per vinto. Al mattino, leggendo la rassegna stampa, commenta con i suoi i 10 punti dei 5 Stelle, «con noi il lavoro è già sostanzialmente fatto: sono tutti compresi nel contratto, al massimo dovremmo lavorare per dei miglioramenti». Il primo è proprio il taglio dei parlamentari: «Noi, a differenza del Pd, lo abbiamo votato già tre volte. Lo abbiamo sempre votato». Proprio la stessa cosa che dice Giancarlo Giorgetti al meeting di Rimini. Anche se il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, da tempo scettico sull’alleanza con i 5 Stelle, aggiunge: «Io non guardo con disprezzo l’opposizione, io vado all’opposizione con grande fierezza, coerente con le cose che penso».

In Lega lo spettro rimane quello delle ultime settimane: la possibilità che i dem consentano il taglio dei parlamentari in cambio di una legge elettorale proporzionale che per la Lega sarebbe un colpo mortale. Anzi, qualcuno dice che l’accordo c’è già: «Congeleranno l’ultimo voto sulla riforma costituzionale per preparare prima la nuova legge elettorale».

Ma il problema, nei rapporti tra i due ex alleati, è semplice: la fiducia. Non quella delle Aule, ma quella tra i leader. Un senatore sintetizza così i segnali che s’incrociano tra Lega e stellati: «Loro ci dicono di non voler finire stritolati tra le spire di Renzi. Però, di Salvini non si fidano». E dunque il leader leghista sta ragionando proprio su questo: «Un’offerta pubblica, una proposta con la sua faccia e la sua voce». Per esempio una nitida offerta a Di Maio, esplicita e non tattica, per l’incarico di premier? «Per esempio. Ma è complicato. Perché la verità è che loro temono di farsi travolgere da Matteo giorno dopo giorno, come già è accaduto in questi mesi. E da quello non si riprenderebbero più. Come non si riprenderanno, comunque, dall’abbraccio con il Pd». Per i leghisti, in queste ore, la lettura di conforto sono i commenti fiammeggianti del militanti stellati all’ipotesi dell’accordo con i democratici.

In ogni caso, spiega un leghista di rango, «c’è una tale serie di problemi che non si capisce come possano uscirne. Per esempio, chi farà il premier? Il presidente Mattarella è stato molto deciso: vuole un’indicazione chiara entro martedì. E dato che loro trattano con delegazioni che devono tenere conto di tutte le anime dei due partiti, sarà dura…». Sembra di sentire Giancarlo Giorgetti che elogia la Lega «perché non ci sono capi e capetti, decide uno».