Una messa “no-stop” da quasi due mesi per salvare cinque rifugiati

1 Dicembre 2018 - 10:28

Una messa “no-stop” da quasi due mesi per salvare cinque rifugiati

Una messa “no-stop” da quasi due mesi per salvare cinque rifugiati

Dal 26 ottobre nella chiesetta di Bethel, a L’Aia, si celebra la messa ininterrottamente. Da quando una famiglia armena è entrata in chiesa sotto invito del sacerdote, Axel Wicke. L’intento è impedire alle forze dell’ordine di espellere i Tamrazyan, due genitori e tre figli di 21, 19 e 14 anni, dall’Olanda. Sono arrivati nei Paesi Bassi nove anni fa perché il capofamiglia, attivista politico, aveva ricevuto minacce di morte. Inizialmente L’Aia aveva concesso l asilo alla famiglia, e per due volte il governo aveva inutilmente fatto ricorso contro la decisione. Al terzo tentativo, però, ce l’ ha fatta, e così ai cinque è stato recapitato un decreto di espulsione. Di qui l’invito della Bethelkerk, parrocchia protestante della città olandese, a trasferirsi nell’edificio. Una legge locale vieta alle forze dell’ordine di condurre operazioni durante i servizi religiosi. Il sacerdote, Axel Wicke, ha offerto ai Tamrazyan un appartamento all interno della chiesa e ha lanciato l’idea della messa no-stop. Nel giro di poche settimane sono arrivati in soccorso volontari da tutta l’Olanda, e non solo. (tgcom24.it)