Uccide il padre a coltellate, la sentenza. “Figlia, mamma e nonna subivano violenze”

27 Maggio 2020 - 19:16

Uccide il padre a coltellate, la sentenza. “Figlia, mamma e nonna subivano violenze”

Uccide il padre a coltellate, la sentenza. “Figlia, mamma e nonna subivano violenze”
La coltellata con cui uccise il padre, il 19 maggio del 2019, a Monterotondo Scalo (Roma), dopo l’ennesima lite in famiglia è inquadrabile nella legittima difesa contro un genitore violento.

E’ quanto ha stabilito il gip di Tivoli che ha archiviato l’indagine a carico di Deborah Sciacquatori, la 20enne che colpì a morte il padre Lorenzo nel corso di una colluttazione dopo che l’uomo, ubriaco, si era scagliato contro la stessa ragazza, la madre e la nonna.

Deborah non andrà quindi a processo: per il giudice il comportamento della ragazza è inquadrabile nella legittima difesa contro un padre che “per anni ha imposto il terrore negli animi di tutte le figure femminili della sua famiglia” inducendole a vivere “nella paura di potere essere uccise in qualsiasi momento”.

Il padre ubriaco e l’ennesima liteAnche quella notte di un anno fa Lorenzo Sciacquatori, tornato a casa ubriaco, aveva preso di mira la moglie, l’anziana nonna e la figlia. Una lite violenta fatta di minacce e aggressioni fisiche.

“Non vi è dubbio alcuno – è quanto afferma il gip – dunque, sulla base dell’inequivocabile costruzione dei fatti, che la ragazza si sia trovata di fronte a un pericolo imminente e attuale per la sua vita, per quella della madre e della nonna. Un pericolo derivante dall’escalation violenta della vittima, iniziata all’interno dell’appartamento e proseguita dopo aver interrotto la fuga delle donne e averle affrontate e aggredite”.

Un’aggressione messa in atto da un uomo “con grande forza fisica, ex pugile, abituato ad operare la violenza in condizioni di ubriachezza e visibilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti tale da accrescere la sua potenza fisica e la sua assenza di controllo”.

La coltellata per legittima difesaIn base a quanto ricostruito dagli inquirenti “la ragazza, terrorizzata per le aggressioni ai suoi danni e a quella di parenti, comprensibilmente e istintivamente ha prelevato il pugnale, di certo non immaginando di usarlo o tentando piuttosto di scappare di casa. Solo successivamente, cioè nel momento in cui vede in pericolo imminente la vita della madre compie il gesto solo per minacciare. Siamo, quindi, in presenza di una difesa proporzionata all’offesa”.

Una coltellata data per salvarsi e salvare. Un colpo mortale subito dopo il quale Deborah si è resa conto di quanto compiuto tanto che disperata ha gridato al padre: “Che ho fatto…scusami…ti prego non morire, ti voglio bene”.
Fonte: tgcom24