TRAGEDIA AL PRONTO SOCCORSO. Muore in sala d’attesa ma nessuno se ne accorge

4 Maggio 2019 - 11:04

TRAGEDIA AL PRONTO SOCCORSO. Muore in sala d’attesa ma nessuno se ne accorge

TRAGEDIA AL PRONTO SOCCORSO. Muore in sala d’attesa ma nessuno se ne accorge

Era seduto su una sedia in sala d’aspetto, al pronto soccorso. Probabilmente era lì da molte ore. Quando un familiare di un paziente dell’ospedale di Moncalieri lo ha notato. Ha provato a scuoterlo un poco, ha visto che non reagiva. A quel punto ha chiamato i medici che non hanno potuto far altro che constatare il decesso di quell’uomo che chissà da quante ore si trovava seduto al pronto soccorso, senza aver detto nulla a nessuno e senza aver segnalato la sua presenza. La vicenda viene raccontata oggi da Repubblica e Stampa, che spiegano anche come l’uomo non sia stato identificato. Una volta intervenuti, i carabinieri hanno scoperto che l’uomo non aveva alcun documento, ma solo un foglio di dimissioni dell’ospedale – risalente al giorno prima – in tasca. Secondo quanto ricostruito l’uomo si chiamava Beppe ed era un clochard, ma di lui non si sa altro.

Secondo il direttore sanitario l’uomo non aveva alcuna patologia. Dopo la morte è stata comunque ricostruita la sua storia, con le sue ultime ore di vita. Beppe è arrivato martedì in pronto soccorso con l’ambulanza: alcuni clienti di un supermercato l’avevano visto seduto tra i cartoni, spaesato e debole. Per questo hanno chiamato i soccorsi. Arrivato in ospedale, l’uomo è stato registrato come ‘Ignoto1’, lo stesso nome poi dato al fascicolo d’inchiesta in procura. Ai sanitari l’uomo aveva detto di non ricordare il suo nome e di non avere nessuno da chiamare. I medici, allora, gli avevano offerto la colazione e lui aveva firmato i fogli per lasciare l’ospedale senza altri controlli.

Dopo le dimissioni, l’uomo è tornato in ospedale, forse la sera dopo, quella del primo maggio, mentre fuori pioveva. Probabilmente per cercare riparo. E si è seduto sulla sedia in sala d’aspetto. Poi è morto nella notte tra il primo e il 2 maggio. Si è accorto di lui un parente di un paziente, verso le 9 di mattina. Dall’ospedale spiegano a Repubblica che casi di questo genere non sono poi così rari: “In molti non si sentono sicuri nei dormitori e preferiscono cercare riparo nelle corsie degli ospedali. Accade qui come in altri nosocomi della zona”.

Fonte: Fanpage.it