SEQUESTRO ALLE POSTE ITALIANE. L’UOMO SI È ARRESO!

5 Novembre 2018 - 17:21

SEQUESTRO ALLE POSTE ITALIANE. L’UOMO SI È ARRESO!

Questa mattina un imputato condannato pochi giorni fa nel maxi-processo di ‘Ndrangheta ‘Aemilia’, si è asserragliato dentro l’ufficio postale di Pieve Modolena. Si tratta di una frazione di Reggio Emilia: l’uomo era armato di coltello. Si tratta di Francesco Amato, condannato a 19 anni. Nei suoi confronti pendeva un ordine di carcerazione a cui si era sottratto (LEGGI QUI LA NOTIZIA). Immediato l’allarme così che sul posto sono arrivati in massa le forze dell’ordine che hanno circondato l’edificio. Il pregiudicato ha chiesto, tra le altre cose, di poter parlare con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Sono quello condannato a 19 anni in Aemilia”, avrebbe pronunciato lui stesso entrando nell’ufficio postale.

“Siamo chiusi dentro…”

“Siamo chiusi dentro. Il signor Amato vuole parlare con Salvini. Lo vedo. Sono all’interno, il signor Amato sta parlando: vuole Salvini. Parla con i carabinieri, con noi. Ha un coltello in mano. Io lavoro qui, siamo in quattro. Il signore è qui da parecchie ore. Ha detto che se apriamo la porta qualcuno fa una brutta fine e quindi siamo trincerati dentro”. Lo ha affermato uno degli ostaggi in un’intervista al giornale radio Rai.

L’uomo si è arreso

Francesco Amato, per il quale -come per gli altri condannati per il 416 bis – è stato disposto il carcere immediato, dal 31 ottobre era di fatto irreperibile e ricercato dai carabinieri di Piacenza, incaricati di eseguire l’ordinanza di custodia cautelare. Non è l’unico sfuggito all’ordine di arresto emesso dai giudici: all’appello mancano ancora i fratelli tunisini Baachaoui e l’albanese Bilbil Elezaj. Nel processo Aemilia è stato condannato in primo grado anche l’ex calciatore e campione del mondo Vincenzo Iaquinta: due anni per un reato legato al possesso di armi.

Fonte: Fanpage