«Non volevo farla andare via» La figlia nasce morta, la mamma la accudisce per due settimane

7 Dicembre 2018 - 20:12

«Non volevo farla andare via» La figlia nasce morta, la mamma la accudisce per due settimane

«Non volevo farla andare via» La figlia nasce morta, la mamma la accudisce per due settimane

La storia di Emma Woodhouse è a dir poco tragica. Ne parlano oggi i tabloid inglesi, che pubblicano le foto strazianti di questa giovane mamma 27enne, che stringe dolcemente la mano della sua bambina: incinta di due gemelle, Emma ha purtroppo subìto un distacco della placenta a 29 settimane di gravidanza, ha affrontato un parto cesareo e una delle sue due bimbe, Jessica, è morta mentre l’altra, Bella, è riuscita a sopravvivere.

Ma sebbene perdere un figlio sia un dramma, ciò che di decisamente più orribile in questa storia è ciò che è successo dopo: Emma infatti per due settimane si è presa cura della figlia Jessica, morta, portandola a fare passeggiate e cantandole canzoni. «Non volevo lasciarla andare – ha raccontato al Sun – La tenni stretta e sentii la sua pelle accanto alla mia. Era tutto bellissimo, tranne una cosa: lei era morta. Morendo, ha salvato la vita della sua sorellina, e per questo sarà sempre la mia eroina».

La storia

Emma è madre, oltre che di Bella, di altri tre bambini, Jack di 5 anni, Mikey di 4 e Nicole di 2. «Sia Mikey che Jack erano nati prematuri quindi i medici mi hanno monitorato per tutta la gravidanza – racconta – Due settimane prima della morte di Jess feci degli esami e le bambine erano sane». Poi all’improvviso la corsa in ospedale al Royal Lancaster, il distacco della placenta e il cesareo d’urgenza: entrambe le figliolette, dopo il parto, avevano bisogno di essere rianimate, ma solo una delle due ce l’ha fatta.

«Sapevo che Bella era sopravvissuta e che avrei avuto tutta la vita per prendermi cura di lei, così per due settimane ho focalizzato le mie attenzioni solo su Jess – ha detto Emma – io e mio marito l’abbiamo tenuta per 12 ore, accarezzandola e guardando ogni centimetro del suo corpo. Poi le sue labbra hanno iniziato a diventare blu, così i medici l’hanno portata in una Cuddle Cot (una culla refrigerata, ndr) dove le sue guance e il suo faccino sono tornati di colore rosa».

Per 15 giorni Emma è rimasta ad accudire la figlia morta, vestendola, lavandola e baciandola per tutto il tempo nel reparto dell’ospedale. «Era bello andare in giro con lei e sentirsi normale – conclude il suo racconto – Le cantavamo canzoncine e filastrocche, e nel suo orecchio le dicevamo quanto la amiamo. È stato meraviglioso. Triste, certo, ma anche bello. Dopo due settimane però è arrivato il momento di salutarla per sempre: mi è stato di grande aiuto, ma non volevo lasciarla, volevo restare con lei».

Lo scorso 5 luglio si è tenuto il funerale di Jessica: una cerimonia emozionante, con tanti bambini. La piccola è stata cremata e le sue ceneri messe in un’urna bianca, sistemata in camera da letto: «So che alcune persone potrebbero pensare che sia strano ciò che abbiamo fatto – dice – ma non mi interessa. Per sette mesi l’ho crescita nel mio grembo, l’ho amata tanto e continua a farlo. Era una vera bambina e voglio che la gente lo sappia». (Leggo)