Napoli – Stadio Diego Armando Maradona.
Il Napoli ritrova il sorriso in Serie A e lo fa davanti al proprio pubblico, in una serata che segna il ritorno in campionato dopo il trionfo europeo in Champions con lo Sporting. Una vittoria sofferta ma fondamentale, arrivata contro un Genoa coriaceo e ben organizzato, capace di mettere in seria difficoltà gli azzurri per oltre un’ora di gioco.
Dopo la pesante sconfitta contro il Milan, che aveva permesso ai rossoneri di raggiungere il Napoli in classifica e rimettere in discussione la corsa Scudetto, la squadra di Conte era chiamata a una reazione di forza e carattere. E, sebbene non sia stata una prestazione scintillante per tutti i novanta minuti, il Napoli ha dimostrato ancora una volta di avere dentro di sé la mentalità del campione.
Un primo tempo complicato
Conte aveva deciso di cambiare qualcosa rispetto alle ultime uscite, passando dal criticato 4-1-4-1 — che sacrificava l’ampiezza offensiva sulla sinistra — a un più classico 4-3-3. Politano e David Neres larghi ai lati di Højlund, con McTominay e Anguissa mezzali e Lobotka in regia.
L’esperimento, però, non è partito nel migliore dei modi.
Il Genoa di Patrick Vieira ha mostrato coraggio e compattezza, colpendo in contropiede alla prima occasione utile. Norton-Cuffy sfonda sulla destra, lasciandosi alle spalle Olivera con una finta secca; il suo cross rasoterra trova Ekhator, che con un colpo di tacco geniale anticipa Beukema e infila Milinković-Savić: 0-1. Una vera doccia fredda per il Maradona.
Il Napoli fatica a reagire, perde fluidità in costruzione e perde anche Lobotka per un risentimento muscolare: al suo posto entra Billy Gilmour. Il primo tempo si chiude tra i mugugni del pubblico e l’impressione che Conte debba inventarsi qualcosa di diverso.
Il doppio cambio che cambia tutto
La scossa arriva nel secondo tempo, quando Politano accusa un problema muscolare. L’infortunio si trasforma in una benedizione tattica: entrano De Bruyne e Spinazzola, con il Napoli che cambia volto.
Spinazzola si rivela subito devastante sulla corsia mancina, mentre De Bruyne, con la sua visione di gioco, alza il baricentro e mette ordine tra le linee.
Il pareggio arriva: cross dalla sinistra di Spinazzola, la difesa rossoblù spazza male, Vasquez alza troppo la gamba nel tentativo di anticipare McTominay, la palla rimbalza e Anguissa, con una zampata di testa, batte Leali: 1-1.
De Bruyne illumina, Højlund la chiude
Il Napoli continua a spingere, trascinato da un De Bruyne ispiratissimo. Il belga inventa un filtrante perfetto per Højlund, che insacca di sinistro, ma il VAR annulla per fuorigioco millimetrico dello stesso De Bruyne.
L’appuntamento col gol è però solo rimandato: su tiro respinto di Anguissa, il più rapido è Højlund, che si avventa sulla ribattuta e realizza il 2-1 che fa esplodere il Maradona.
Il Genoa prova un ultimo assalto, ma il Napoli tiene, soffre e porta a casa tre punti preziosissimi, tornando in corsa per lo Scudetto dopo settimane di dubbi e critiche.
La rinascita del Napoli di Conte
Questa vittoria vale più dei tre punti: restituisce fiducia e consapevolezza a un gruppo che sembrava scosso dopo il k.o. con il Milan.
La scelta di Conte di iniziare con De Bruyne in panchina si è rivelata azzardata, ma la reazione della squadra, e soprattutto l’impatto dei cambi, raccontano di un Napoli che sa soffrire e che, soprattutto, non vuole smettere di lottare per il titolo.
Key Points del Match
- Reazione di carattere: dopo la sconfitta con il Milan, il Napoli ritrova forza mentale e compattezza.
- De Bruyne decisivo: entrato dalla panchina, cambia completamente ritmo e geometrie della squadra.
- Spinazzola rinato: spinta costante sulla sinistra, da una sua azione nasce il gol del pareggio.
- Anguissa totale: segna, lotta e imposta: uomo ovunque nel centrocampo azzurro.
- Højlund letale: ancora decisivo sotto porta, segna il gol del 2-1 con istinto da bomber vero.
- Genoa coraggioso: la squadra di Vieira gioca a viso aperto, trovando un gol bellissimo e difendendo con ordine fino al finale.
- Conte ritrova il gruppo: i cambi funzionano, la squadra risponde e il Maradona può tornare a sognare.