La storia della piccola Graziella Mansi, abusata e bruciata viva dal branco a 8 anni

1 Dicembre 2019 - 10:51

La storia della piccola Graziella Mansi, abusata e bruciata viva dal branco a 8 anni

La storia della piccola Graziella Mansi, abusata e bruciata viva dal branco a 8 anni

Un borgo alle pendici delle colline baresi, una giornata di fine estate, un gruppo di ventenni ‘difficili’ che ciondolano senza costrutto, una bambina bellissima dagli occhi neri. Sono i protagonisti di una vicenda di crudeltà e inedia, una vicenda che ha il più terribile dei moventi: l’assenza di movente.

Sono le 19 e del 19 agosto 2000. La piccola Graziella Mansi sta giocando vicino al banco delle noccioline che il nonno tiene in strada nei pressi del castello medioevale, a pochi passi dalla pineta, nella lingua terra dove Andria si incrocia con la montagna. Fa caldo, è una giornata afosa e, quando ha sete, Graziella va a riempire la bottiglia alla fontanella vicina, dopo venti minuti, però, non è ancora tornata. È strano, certo, ma Graziella ha otto anni, è una bimba sveglia e vivace, potrebbe essersi fermata a parlare con qualche parente o conoscente. Due ore dopo la situazione è tesissima: il papà, il nonno e una sfilza di conoscenti gridano il nome di Graziella nell’oscurità della pineta vicina. È buio, è tardi, in qualsiasi posto si trovi Graziella a quell’ora, non è un bel posto.

Il corpo trovato nel bosco
È ormai notte quando urla strazianti annunciano il ritrovamento: Graziella non è più una bimba, è un corpo carbonizzato incollato su un letto di tizzoni e sterpaglie bruciacchiate nel boschetto di Castel del Monte. Finiscono le ricerche, comincia la lunga notte delle indagini con poliziotti che fanno domande su tutto e a tutti. Domande che mettono a disagio, sconcertano, feriscono, soprattutto perché quella bambina è stata arsa viva.

Volevano violentarla
È solo questione di tempo prima che, in attesa del referto dell’autopsia, si pronunci la parola ‘pedofilia’, con tutto lo strascico di infamia che si porta dietro per una comunità una ipotesi del genere. Perché, chi ha rapito Graziella, aveva un intento,  probabilmente quello di costringerla a subire degli abusi. Un primo esame del corpicino mostra una lesione vaginale, sebbene le mutandine risultino intatte. È possibile, dunque, che Graziellina sia stata violentata o che sia stata vittima di un tentato stupro. (Fanpage)