LA MEDICINA CHE AVANZA. Scoperto un gene che provoca il rigetto nei trapianti di organo

17 Maggio 2019 - 13:52

LA MEDICINA CHE AVANZA. Scoperto un gene che provoca il rigetto nei trapianti di organo

LA MEDICINA CHE AVANZA. Scoperto un gene che provoca il rigetto nei trapianti di organo

Uno studio internazionale, condotto dalla Columbia University di New York e da alcuni centri europei, tra cui la Città della Salute e Università di Torino, ha scoperto un gene che provoca il rigetto nei trapianti di organo. I ricercatori hanno identificato il gene LIMS1 che, quando diverso tra donatore e ricevente (cioè incompatibile), contribuisce a peggiorare la riuscita del trapianto. La scoperta aiuterà a migliorare la scelta dei donatori.

Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Ogni anno nel mondo più di 130mila persone ricevono un trapianto di organo (solo in Italia 2.718 nel 2018). La loro efficacia è indubbia: per chi riceve un trapianto la probabilità di sopravvivenza è di circa il 70% a 5 anni, rispetto ad una prospettiva che senza trapianto non lascerebbe molto spazio. Ogni anno, solo meno del 30% dei pazienti in attesa di trapianto lo riceve: il primo problema è incrementarne il numero tramite il reperimento di donatori deceduti che abbiano espresso in vita la volontà di donare, o – nel caso del rene – promuovendo i programmi di donazione da vivente.

È anche vero che una certa quota di trapianti smette di funzionare nel tempo, principalmente perché il sistema immunitario dell’ospite riconosce l’organo trapiantato come diverso e lo rigetta. Per questo motivo il 20% circa di chi aspetta un trapianto di rene lo sta aspettando per la seconda volta. Di qui l’importanza di migliorare l’abbinamento tra donatore e ricevente, selezionandoli per caratteristiche genetiche compatibili.

Nel caso dei trapianti è noto da tempo che le caratteristiche genetiche dei tessuti (o caratteristiche Hla) svolgono il ruolo più importante, un po’ come i gruppi sanguigni nel caso delle trasfusioni. Sappiamo però che anche nelle condizioni più favorevoli, vale a dire di completa compatibilità Hla, una certa quota di trapianti comunque viene rigettato a causa di incompatibilità per altre caratteristiche genetiche rilevanti per i trapianti.

Lo studio ha permesso di fare un ulteriore passo avanti, identificando un gene (LIMS1) che, quando diverso tra donatore e ricevente, vale a dire incompatibile, contribuisce in maniera significativa a peggiorare la riuscita del trapianto. Sono state analizzate più di 2700 coppie donatore-ricevente di trapianto renale, quasi 800 delle quali di Torino.

Il professore Antonio Amoroso, responsabile del gruppo di ricerca di Genetica dei Trapianti dell’Universita’ di Torino, spiega che grazie a un approccio cosiddetto genomico, vale a dire di analisi di migliaia di caratteristiche genetiche di donatori e riceventi di trapianto renale, si è identificata una combinazione genetica che più frequentemente era presente nei riceventi il cui trapianto era stato rigettato. Si è quindi compreso che nella popolazione di origine europea il 60% dei soggetti presenta una caratteristica genetica che permette di produrre una proteina (LIMS1) presente in molti tessuti, compreso quello renale.

Al contrario, il 40% degli individui invece possiede varianti genetiche che non permettono di esprimerla. In caso di trapianto di rene che provenga da un donatore con la variante che esprime la proteina LIMS1, i riceventi che geneticamente non la producono possono riconoscerla come estranea ed indirizzare contro di essa una risposta immunitaria di rigetto dell’intero trapianto. Si è infatti dimostrato che i riceventi negativi per la proteina sviluppano – quando trapiantati con reni positivi – anticorpi anti-LIMS1.

Fonte: tgcom24.mediaset.it