LA MAMMA DI NOEMI ROMPE IL SILENZIO. “L’uomo nero la deve pagare, chiedo verità e giustizia”

17 Maggio 2019 - 8:51

LA MAMMA DI NOEMI ROMPE IL SILENZIO. “L’uomo nero la deve pagare, chiedo verità e giustizia”

LA MAMMA DI NOEMI ROMPE IL SILENZIO. “L’uomo nero la deve pagare, chiedo verità e giustizia”

«Per Noemi chiedo verità e giustizia, non vendetta»: Tania, la mamma di Noemi, affida all’avvocato Angelo Pisani, alcune riflessioni e risponde alle domande affidate dal Mattino al legale. È una donna giovanissima, molto provata dai giorni trascorsi tra la vita e la morte, eppure resta serena, certa che presto la figlia tornerà a sorridere.

Come sta Noemi?
«Mia figlia è ancora in rianimazione, ci vorrà tempo per guarire completamente. Ho provato ed a volte ancora provo la disperazione più totale quando vedo che Noemi soffre».

Perché si è sempre rifiutata di affrontare la stampa?
«Io e mio marito abbiamo deciso di chiuderci in silenzio nel nostro dolore. Non vogliamo esser sgarbati, ma questo è un fioretto che io ho fatto: non parleremo pubblicamente fino a quando la bambina non sarà fuori pericolo. Però spero di riportare mia figlia a casa al più presto».

Chi ha sentito vicino in questi giorni?
«Tante persone. Quando Noemi starà bene ringrazierò di persona tutti ad uno ad uno per il grande affetto che la città di Napoli ci ha fatto sentire. Per il momento dico solo un grazie collettivo a tutti: alle forze dell’ordine, ai magistrati, ai medici, a tutti quelli che hanno sentito come loro il nostro dolore. Non ci sono parole per descrivere la vicinanza che ci è stata espressa in questi giorni terribili».

Come è stata curata Noemi?
«I medici del Santobono, tutti, sono e restano i nostri angeli custodi. Se potessi farei statue d’oro ai dottori che hanno salvato mia figlia. Mi hanno detto che quando è arrivata in ospedale sembrava una ferita da guerra. Adesso siamo ancora in una fase critica ma ci affidiamo a Dio che ci ha protetto finora permettendoci di arrivare fin qui. Bacerei la mano al dottor Giovanni Gaglione, anche per il suo coraggio, gli bacerei la mano tutti i giorni. La sera del ferimento ricordo che si prese la responsabilità di operare Noemi e ci chiese di pregare anche per lui che doveva fare l’intervento».

Fonte: ilmattino.it