«Ho l’Aids per colpa del mio ex marito» Caccia all’uomo col vizio dei siti incontri

17 Ottobre 2018 - 12:59

«Ho l’Aids per colpa del mio ex marito» Caccia all’uomo col vizio dei siti incontri

«Ho l’Aids per colpa del mio ex marito» Caccia all’uomo col vizio dei siti incontri

Tutto è cominciato con la denuncia della ex moglie. «Quando eravamo ancora sposati mi ha trasmesso l’Aids e ho scoperto che lui sapeva già di essere ammalato», ha raccontato la donna alla polizia. Sono così subito scattate le indagini facendo precipitare Roma nell’incubo di un nuovo untore seriale. L’uomo, originario dell’Ecuador e residente nella zona di Roma nord, è ricercato dalle forze dell’ordine per i reati di epidemia e lesioni dolose gravi. Ad accusare lo straniero di essere un untore è stata quindi l’ex coniuge la quale, dopo essersi sottoposta ad analisi del sangue, ha scoperto quello che non avrebbe mai voluto: era infetta dalla terribile malattia che purtroppo, quando l’Aids è conclamato come in questo caso, non lascia scampo. Così ha denunciato tutto al commissariato della zona San Basilio. E dai primi riscontri è emerso che il sudamericano in passato era già stato segnalato alla Procura per una tentata violenza carnale su una minorenne.

I fatti

Infatti, mentre lavorava in una ditta che aveva l’appalto per le pulizie in un palazzo nel quartiere Prati, l’ecuadoriano avrebbe tentato di abusare di una diciassettenne. Per fortuna, in quel caso, non essendoci stato scambio di liquidi organici tra la vittima e il violentatore, il contagio non sia avvenuto. Ma il timore di un’epidemia però resta. Soprattutto perché dalle prime indagini gli investigatori avrebbero scoperto che l’uomo era un habitué di siti per incontri occasionali, chat molto utilizzate e alla portata di tutti. Un particolare non da sottovalutare e che rischia di far crescere il numero delle persone contagiate. La vicenda ricorda da vicino quella di Valentino Talluto, il 34 enne romano condannato a 24 anni di carcere per aver infettato, sapendo di essere malato di Aids, una trentina di ragazze che aveva adescato sul web. Oppure quella avvenuta nei primi anni Duemila, sempre a Roma, quando una prostituta soprannominata Biancaneve, che gestiva una casa d’appuntamenti in via dei Gelsi nel quartiere di Centocelle, venne arrestata per il reato di epidemia. (Leggo)