Dopo 20 anni c’è ancora chi attacca Aldrovandi. In una lettera: “Era un disadattato”. Il padre del giovane ucciso da 4 poliziotti: “Caro Aldro, dai ancora fastidio”.
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Dopo 20 anni c’è ancora chi attacca Aldrovandi. “Basta essere chiamati in causa come cittadini indifferenti e invisibili e messi in un angolo quando diciamo le cose come stanno. A questo punto sarebbe ora di dire basta, di fare scendere un velo pietoso su una storia che probabilmente avrebbe potuto avere un finale diverso”.
Sono parole durissime quelle contenute in una lettera inviata a Michele Dalai, autore del libro “Aldro. Storia di un orrore perbene”, presentato a Ferrara per i 20 anni dall’omicidio di Federico Aldrovandi, il 18enne ferrarese ucciso il 25 settembre 2005 da quattro agenti di Polizia.
“Siamo stati descritti come persone che in quel frangente hanno fatto finta di nulla, mentre siamo stati noi a chiamare la polizia, esasperati dagli schiamazzi di quel ragazzo che da ore disturbava la quiete pubblica con urla, comportamenti alterati, completamente fuori controllo, in giro a quegli orari a soli 18 anni”, scrivono nella lettera.
E aggiungono: “È giusto che quegli agenti siano stati puniti e abbiano pagato con il carcere e con la loro carriera rovinata, a causa del loro comportamento. Noi però siamo stanchi di tutto questo clamore perché si sta esagerando”.
“Dai ancora fastidio quando ormai il mondo, istituzioni comprese, hanno capito “quasi tutto” di quello che accadde quella mattina. Pensavo che bastasse per darti pace, ma purtroppo vedo che non è così. Certi individui (ammesso che sia una cosa reale) continuano a vivere in una loro dimensione “irreale” e non meriterebbero nemmeno un accenno”. Commenta il padre.
Fonte: Fanpage
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