Coronavirus, l’allarme: «Casi gravi come quelli di marzo»

6 Settembre 2020 - 16:19

Coronavirus, l’allarme: «Casi gravi come quelli di marzo»

“Ho taciuto pubblicamente sui media per un po’, adesso è ora di contrattaccare le stupidaggini di ogni genere e specie”. Inizia così il post di Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, che su Facebook ha riproposto delle sue dichiarazioni. “La curva

epidemica si sta alzando e così anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva. E i malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti non

sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile”, lancia l’allarme. “Non ci convince quanto detto da alcuni che il virus sia diventato meno aggressivo”,

aggiunge. Secondo Vergallo, “la curva epidemica sta risalendo, così come i casi in terapia intensiva, che hanno un’età media più bassa. Per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie al contenimento sociale”.

Chi sostiene l’esistenza di un coronavirus più buono ha su di sé l’onere di provarla, così come – sosteneva il grande filosofo Bertrand Russell –

se qualcuno afferma che tra la Terra e Marte orbita una teiera di porcellana spetta a lui dimostrare la sua ipotesi e non al mondo scientifico smentirla”.

Così Roberto Burioni su ‘Medical Facts‘. “Ripetiamo: non stiamo dicendo che un virus ‘più buono’ non esiste – sottolinea il virologo – Semplicemente che

non esiste alcuna prova della sua esistenza. Questo dal punto di vista scientifico chiude al momento la questione”.