Allarme mattatoi: “Focolai di contagio Coronavirus, come gli ospedali”

27 Maggio 2020 - 16:58

Allarme mattatoi: “Focolai di contagio Coronavirus, come gli ospedali”

Allarme mattatoi: “Focolai di contagio Coronavirus, come gli ospedali”
Nell’ambito dell’emergenza coronavirus, un vero e proprio allarme arriva dai mattatoi: dopo gli ospedali e le residenze per anziani, sono il luogo in cui è più alto il rischio di contagi. Un allarme confermato, su scala globale, anche se in Italia il rischio appare minore rispetto ad altri paesi.

Nel mondo

In diversi paesi del mondo, un po’ in tutti i continenti, si sono registrati dei focolai partiti proprio dagli impianti di macellazione della carne. Negli Stati Uniti i dipendenti dei mattatoi risultati positivi sono almeno cinquemila, mentre nella Germania capace di fronteggiare al meglio contagi e focolai, sono circa mille le persone positive tra i dipendenti delle attività di macellazione.

In Italia il fenomeno appare più contenuto ma comunque il nostro paese non fa eccezione rispetto all’estero: lo dimostra l’esempio dei 70 dipendenti di un’azienda di macellazione di Bari, risultati positivi un mese fa. Lo riporta Pietro Piovani per Il Messaggero.

I dati non mentono: luoghi come gli impianti di macellazione delle carni sono tra i potenziali focolai col maggior rischio. La scienza sta cercando di indagare sulle cause, ma è ancora presto per giungere a conclusioni definitive.

Contrariamente a quanto si possa pensare, tuttavia, il contagio non deriverebbe dal contatto con le carni, bensì dalle caratteristiche dei luoghi e delle attività. Non va infatti dimenticato che i mattatoi rientrano nelle attività essenziali, non hanno mai chiuso e nonostante abbiano sempre sottostato a protocolli igienici molto rigidi, non consentono un rigido e costante distanziamento tra i lavoratori.

Le ipotesi

Inoltre, tra le ipotesi prese in considerazione da medici e ricercatori, c’è il tipo di ambiente all’interno dei mattatoi: chiuso, umido e a bassa temperatura. Anche se i lavoratori, da sempre, devono indossare dispositivi di protezione come guanti, mascherine, cuffie e camici, negli impianti di macellazione è impossibile mantenersi a distanza e non parlare a voce alta.

In Germania, però, si sta diffondendo una nuova ipotesi, alternativa a quelle giudicate più probabili dalla comunità scientifica: i contagi imputabili ai mattatoi non sarebbero collegati direttamente ai luoghi di lavoro, bensì alle condizioni di vita dei dipendenti.

L’industria tedesca della carne riesce a offrire prodotti di qualità a prezzi contenuti anche grazie all’impiego di manodopera straniera a basso costo, che spesso vengono reclutati dai paesi d’origine e fatti alloggiare in residenze comuni, dove dormono ammassati all’interno delle stanze. Negli Stati Uniti, i primi contagi avevano portato alla chiusura di diversi mattatoi, prima che Donald Trump, applicando lo speciale Defense Production Act, non ne aveva ordinato l’immediata riapertura.

I rischi

Quali sono i rischi di contagio legati al consumo di carne? Apparentemente, nessuno. Il Sars-CoV-2 si diffonde infatti tramite le vie respiratorie e l’epidemia nei mattatoi non sembra costituire un rischio per i consumatori. Senza dimenticare che la cottura elimina qualsiasi tipo di virus e che non ci sono evidenze scientifiche sulla resistenza degli agenti virali per tutto il tempo necessario per trasportare la carne appena macellata fino ai rivenditori e ai clienti.
Fonte: Leggo.it