Una storia assurda. Malata terminale riceve la visita fiscale all’hospice due giorni prima di morire: umiliata

22 Novembre 2019 - 18:56

Una storia assurda. Malata terminale riceve la visita fiscale all’hospice due giorni prima di morire: umiliata

È una storia assurda quella che arriva dalla provincia di Bergamo dove una donna, malata terminale e ricoverata in un hospice, ha ricevuto una visita fiscale da parte dell’Inps: il medico noncurante del fatto che la donne fosse in fin di vita le ha anche fatto firmare il certificato medico. Virginia Corini è morta due giorni dopo a 64 anni, a causa di un tumore ai polmoni. Una vicenda di burocrazia e cattiva formazione, come spiegano dall’Inps, dove a farne le spese sembra essere però l’aspetto umano. È accaduto a Gorlago lo scorso 7 novembre quando la donna, in fin di vita per un tumore ai polmoni e per questo ricoverata in un hospice per ricevere le cure palliative della terapia del dolore, ha ricevuto la visita del medico fiscale così come disposto dall’Inps. Il dottore avrebbe dovuto infatti verificare se Virginia fosse effettivamente malata.

Il medico di base aveva evidentemente trasmesso il certificato che ne indicava la malattia e da qui erano scattati i controlli dell’Inps. A quel punto Virginia, che in quell’hospice era ricoverata da due settimane e che invece dal 2000 era dipendente di una cooperativa come domestica, non ha potuto fare altro che accettare il controllo del medico fiscale. A nulla sono valse le rimostranze dei medici dell’hospice e degli stessi famigliari della donna che non hanno potuto fare altro che assistere alla visita e anche alla successiva firma di Virginia su quel certificato che attestava il suo stato di salute: “Mia cognata ha sorriso a quella dottoressa che le ha chiesto di firmare una carta. Lei lo ha fatto, con la mano che tremava – ha spiegato all’EcodiBergamo Rosa Grena, cognata di Virginia – mi auguro che non fosse troppo lucida per capire. Noi siamo rimasti senza parole. Possibile che un medico fiscale fosse entrato davvero in una struttura come l’hospice per verificare che una persona ricoverata lì fosse davvero malata?”.

Il medico ha concesso a Virginia i giorni di malattia fino al 10 dicembre, ma la 64enne è morta dopo due giorni, nell’hospice dove era entrata solo due settimane prima. La sorella del marito di Virginia non ci sta e spiega: “Quell’ultima umiliazione gliela avrebbero potuta risparmiare e spero che un fatto del genere non avvenga mai più – ha raccontato – che, tra l’altro, è una spesa per tutto i noi italiani. Una mancanza di rispetto totale”. Dal canto suo l’Inps ha chiesto scusa ai famigliari della donna spiegando che si è trattato di un controllo partito automaticamente dai sistemi informatici, e che il medico una volta constata la situazione avrebbe dovuto astenersi dalla visita: “Siamo molto dispiaciuti e ci scusiamo con la famiglia – fanno sapere – ma il medico di base aveva indicato sul certificato l’indirizzo dell’hospice senza la parola hospice e omesso di scrivere che la signora fosse ricoverata. Purtroppo spesso abbiamo a disposizione medici a contratto, non sempre formati a dovere sulle procedure da adottare”.

fonte: Fanpage

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