Ultim’ora: Conte è nei guai, i suoi Ministri chiedono il ritorno di Renzi.

24 Gennaio 2021 - 12:35

Ultim’ora: Conte è nei guai, i suoi Ministri chiedono il ritorno di Renzi.

“La crisi si risolve in Parlamento” perchè altrimenti “il pericolo è il voto”. Lo ripete a Skytg24, dopo gli allarmi lanciati ieri dal vicesegretario del Pd Andrea Orlando e dal dirgente dem Goffredo Bettini, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. “O noi troviamo le ragioni di questa alleanza sociale che abbiamo costruito un anno fa, oppure mi pare evidente che non c’è una strada alternativa al giudizio degli italiani.

Non è una minaccia, ma una considerazione”, aggiunge. Se la crisi si risolve, quindi, l’alternativa sono le urne. Un’ipotesi che non piace però a una larga parte del Pd, dai sindaci del Nord all’ex ministra Marianna Madia, da Oddati a Andrea Alfieri, che vorrebbero ricucire i rapporti con il leader di Italia viva, così da incassare il sì dei renziani in Aula al Senato mercoledì in occasione del voto di fiducia sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia.

Il confronto con Renzi

“Noi ci siamo sempre stati, Renzi lo sa. Possiamo confrontarci in qualsiasi momento, il problema è non farlo con un ricatto, questo non è accettabile”, chiarisce Boccia. “Si può sempre trovare una soluzione – ammette – ma da Iv non vedo passi indietro”, mentre per il ministro dem sarebbe necessario che Renzi “rivedesse la valutazione politica” che ha portato alle dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti.

Passo indietro di Buonafede

Intanto, il Pd per scongiurare le urne invoca a Bonafede un’apertura in occasione della sua relazione sulla giustizia, puntando con la sua riforma ai tempi certi per il processo e a superare il nodo della prescrizione (“Serve un segnale politico”, ha detto ieri Orlando).

“La crisi politica aperta da Iv non interrompe in nessun modo il lavoro del Partito Democratico sulle priorità del Paese e tra queste c’è assolutamente il Recovery Plan”, scrivono in una nota i dem, che domani daranno il via alla campagna di ascolto per migliorare il piano di investimento fondi Ue.

La strada di Conte

Ma il premier Giuseppe Conte va dritto per la sua strada e prosegue con la caccia ai responsabili, che però si fa in salita. Proprio oggi sulle pagine di Repubblica Bruno Tabacci, regista dell’operazione costruttori, invoca le elezioni e anche l’Udc e Pierferdinando Casini questa mattina hanno fatto sapere che mercoledì non voteranno la relazione di Bonafede.

Così come l’exministra Bellanova (“difficile sostenerla”) e il senatore Riccardo Nencini (“Votai no alla fiducia al Guardasigilli, difficile che cambi idea”). Il premier punta allora a prendere tempo, sperando che martedì la conferenza dei capigruppo al Senato decida di spostare la relazione di Bonafede a giovedì.

E nel centrodestra

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Anche nel centrodestra le divisioni non mancano. Mentre Matteo Salvini e Giorgia Meloni da giorni sostengono che Conte debba salire al Colle per le dimissioni perchè “l’unica strada sono le elezioni”, da Forza Italia aumetano le richiesta di mediazione per evitare le urne.

“L’opzione voto noi non l’abbiamo mai chiesta ma è la situazione che ci sta portando lì – dice a SkyTg24 il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani – Noi abbiamo sempre anteposto l’interesse nazionale a quello di partito”. E sottolinea: “Noi non diamo aiuti sottobanco, ci affidiamo alla saggezza del presidente della Repubblica” ma “siamo disponibili a un governo di unità nazionale”.

Boccia: “Renzi? Pronti a confrontarci, ma no ai ricatti”

“Siamo pronti a confrontarci con Renzi, ma no ai ricatti”. E’ una mezza apertura quella fatta dal ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, nei confronti del leader di Iv. Ma per riannodare i fili dei dialoghi tra il Pd e Italia viva è necessario, dice il dem, “che Renzi riveda le sue posizioni”. L’alternativa, se la crisi non si risolverà, è “il voto” perchè, avverte il ministro, “non ci potrà mai essere un governo con la destra sovranista”.
Anche se, precisa, “con Forza Italia sarebbediverso, ma la domanda va fatta a loro, sono loro che sono alleati con i sovranisti”.

“Non siamo noi che spingiamo per il voto, sono i loro veti incrociati che rischiano di portare l’Italia al voto ma la parola poi”, dice a SkyTg24 il vicepresidente di Forza Italia, Antnio Tajani, rivolgendosi alla maggioranza. “Se Conte cadrà – prosegue – sarà al Capo dello Stato che dovrà decidere il da farsi. Non abbiamo premuto noi per andare al voto. ma le conseguenze rischiano di essere inevitabili”.

Quello in atto, aggiunge, “è uno scontro interno alla sinistra. Noi, il centrodestra unito, siamo andati al Quirinale fotografando la situazione –  e abbiamo detto che siamo pronti a votare i documenti italiani per accedere al Recovery Fund”. Poi Tajani ricorda: “Berlusconi ha detto fin dall’inizio che noi siamo disponibili a sostenere l’Italia. Siamo favorevoli a un governo di unità nazionale, che però è stato sempre bocciato da Pd e M5S”.

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