Neha uccisa dai parenti a 17 anni perché voleva indossare i jeans

27 Luglio 2021 - 21:16

Neha uccisa dai parenti a 17 anni perché voleva indossare i jeans

La 17enne indiana Neha Paswan, è stata picchiata a morte , dai membri della sua famiglia allargata , perché aveva scelto di indossare un paio di jeans.

Accade ancora questo alle ragazze,
in India , che non possono sentirsi al sicuro , neanche all’interno delle loro case.

Lo riporta la BBC.
Le compagne di scuola,raccontano che Neha , sognava di diventare poliziotta, ma il padre , aveva fatto di tutto per farla studiare.

La teenager viveva a Savreji Kharg, un villaggio nel distretto di Deoria, una delle regioni più arretrate dell’Uttar Pradesh.

Si vestiva come tante coetanee del suo Paese, in bilico tra modernità e tradizioni ultraconservatrici.

Indossava jeans e maglietta, invece del sari o del completo femminile con la lunga blusa e i pantaloni larghi.

Stando a quanto ricostruito, la 17enne la scorsa settimana, aveva osservato un giorno di digiuno religioso, e si era messa a pregare.

Vestita però, troppo occidentale quando è stata ripresa dai nonni paterni, che spesso, l’avevano pressata affinché lasciasse gli studi.

Si sarebbe ribellata, replicando che non si sarebbe cambiata , e la discussione ha finito per degenerare.

Fino alla violenza e alla morte della giovane, di cui poi si erano perse le tracce per qualche ora.

È stata la madre, Shakuntala Devi Paswan, a far scattare le ricerche,
dopo avere denunciato alla polizia locale, che il nonno paterno e alcuni zii avevano picchiato sua figlia.

Talmente tanto da a farle perdere i sensi, e poi avevano promesso di trasportarla al pronto soccorso.

Ma in ospedale Neha non ci è arrivata mai.

Il suo corpo, privo di vita, era appeso a un ponte, a qualche chilometro di distanza dal villaggio.

La polizia ha arrestato quattro persone.

I nonni, uno zio e l’autista dell’auto sulla quale si trovava la vittima.

Ma altri parenti potrebbero essere coinvolti nel terribile omicidio.

Le ragazze e le donne in India vivono in costante stato di pericolo.

Rischiano di essere abortite a causa della preferenza , per i figli maschi e vivono in luoghi, dove la vita è scandita da rigide regole patriarcali.

Ogni gesto di ribellione deve essere punito.

La violenza domestica è dilagante in India , e in media 20 donne ,vengono uccise ogni giorno ,per aver portato doti insufficienti.

Per questo il caso di Neha è solo una goccia nel mare.

Lo scorso mese è diventato virale un video , che mostrava una giovane di 20 anni, a Alirajpur nello Stato di Madhya Pradesh.

Picchiata dal padre , e dai tre fratelli, perché era scappata dal marito maltrattante.

Qualche giorno prima nel vicino distretto di Dahr , due ragazzine sono state prese a calci e pugni , per aver parlato al telefono con un cugino.

I filmati mostrano una delle due giovani tirata per i capelli, buttata per terra e colpita con dei bastoni.
Sette persone sono state arrestate.

Sottomesse agli uomini, che decidono come si vestono e che cosa dicono, la loro vita vale pochissimo.

Verranno puniti adeguatamente gli assassini della ragazza?
Benché la polizia abbia incriminato per la sua morte dieci persone.

Tra le quali i nonni , e gli zii e le zie, e quattro persone, tra le quali i nonni e uno zio, siano già stati arrestati il dubbio è lecito.

Spesso le pene sono inadeguate,
e riflettono una società ,dove la vita delle donne non ha alcun valore.

Il padre di Neha, Amarnath Paswan, che lavorava via da casa per guadagnare i soldi , per far studiare la figlia, è tornato dopo la tragedia mentre la mamma ha spiegato, che Neha voleva diventare poliziotta ma “i suoi sogni adesso non diventeranno mai realtà”.

L’ennesima tragica vicenda di un’India, che lotta contro il persistere di una cultura patriarcale e violenta, sta facendo il giro del mondo.

Le associazioni contro la violenza sulle donne , denunciano che la Polizia arresta i presunti colpevoli, spesso con ritrosia; ma che, altrettanto spesso, li rilascia dopo poco, senza processo o condanna.