Sciopero 8 marzo, le donne incrociano le braccia: «Più diritti e meno violenze»

8 Marzo 2019 - 10:01

Sciopero 8 marzo, le donne incrociano le braccia: «Più diritti e meno violenze»

Sciopero 8 marzo, le donne incrociano le braccia: «Più diritti e meno violenze»

Sarà una giornata di lotta, più che di festa, per moltissime donne: da questa mattina – 8 marzo, giornata internazionale delle donne – decine di piazze di tutta Italia si sono colorate di fucsia, il colore scelto dal movimento Non  Una Di Meno che in Italia, come in altri sessanta paesi del mondo, ha chiesto ai sindacati di aderire allo “sciopero generale femminista” di 24 ora allo scopo di rivendicare più diritti e più uguaglianza per le donne, chiedendo norme veramente efficaci contro le violenze, le discriminazioni di genere (in particolare quelle salariali) e il diritto ad accedere a servizi pubblici efficaci e in grado di garantire l’autodeterminazione delle donne. In Italia allo sciopero hanno aderito CUB (Confederazione Unitaria di base), USB (Unione Sindacale di Base) e SGB (Sindacato Generale di Base), ma anche decine di migliaia di donne aderenti o meno alla rete Non Una Di Meno. La mobilitazione riguarda tutte le categorie – dal lavoro privato a quello pubblico e per questo sono previste ripercussioni nei servizi pubblici, in particolare nei trasporti.

Le ragioni dello sciopero generale dell’8 marzo di Non Una Di Meno
Nella chiamata allo sciopero Non Una Di Meno ha spiegato dettagliatamente le ragioni della mobilitazione: “In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica e sessuale, ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. Un milione e 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni di età. Un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri. 420 mila donne hanno subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro.

Meno della metà delle donne adulte è impiegata nel mercato del lavoro ufficiale, la discriminazione salariale va dal 20 al 40% a seconda delle professioni, un terzo delle lavoratrici lascia il lavoro a causa della maternità. Lo sciopero è la risposta a tutte le forme di violenza che sistematicamente colpiscono le nostre vite, in famiglia, sui posti di lavoro, per strada, negli ospedali, nelle scuole, dentro e fuori i confini”.

I sindacatu Usb e Cub in una nota hanno elencato tutte le ragioni dello sciopero generale: “La violenza maschile sulle donne, le discriminazioni di genere, contro la precarietà e la privatizzazione del Welfare, il diritto ai servizi pubblici gratuiti e accessibili, al reddito universale e incondizionato, alla casa, al lavoro, alla parità salariale, all’educazione scolastica, alla libertà di movimento, per le politiche di sostegno alla maternità e paternità condivisa”. Le conseguenze dell’agitazione si ripercuoteranno su tutti i servizi, in particolare i trasporti.

Per questo i sindacati hanno indicato modalità della mobilitazione che cambiano da città a città. A Milano lo sciopero del personale viaggiante e di esercizio sia di superficie sia della metropolitana è previsto dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio. Per quanto riguarda Torino le corse di bus, tram e metro ci saranno dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15, mentre a  Roma il blocco sarà dalle 8.30 alle 17.30 e dalle 20 a fine servizio; a Napoli, le lavoratrici incroceranno le braccia dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a mezzanotte. Non mancheranno disagi inoltre per i collegamenti marittimi con Sicilia e Sardegna, che si fermeranno un’ora prima delle partenze. Lo sciopero di Trenitalia, Italo e Trenord è iniziato a mezzanotte di oggi e durerà fino alle 21. (Fanpage)