Con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di dottoresse e infermiere, al primario dell’Ospedale Civile di Piacenza gli è stato rescisso il contratto e poi è stato arrestato per atti persecutori.
Lo riporta Il Piacenza. Il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione: ogni atto che possa ledere la dignità, la libertà o la sicurezza di chi lavora o si cura nelle nostre strutture è inaccettabile ed esprimiamo
piena solidarietà e vicinanza alle vittime”. “La direzione dell’Azienda Usl di Piacenza esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura – prosegue nella nota – e ha sempre collaborato con le autorità
competenti, attivandosi per fornire ogni elemento utile a ricostruire i fatti. Su indicazione della Procura, abbiamo agevolato in ogni modo il lavoro degli inquirenti, garantendo condizioni ottimali
per lo svolgimento delle indagini”. “La direzione aziendale – si legge ancora nella nota – è impegnata a completare, con la massima celerità, tutte le azioni necessarie a tutela delle persone coinvolte e ad adottare i
provvedimenti previsti nei confronti del medico indagato, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Laddove sarà opportuno e necessario, ci costituiremo parte civile”. “Ribadiamo – conclude la nota –
il nostro impegno a garantire un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e professionale, in cui ogni operatore sanitario possa svolgere il proprio ruolo serenamente e con dignità. Continueremo a collaborare con le
autorità in attesa degli sviluppi dell’inchiesta”. La direttrice dell’Ausl di Piacenza, Paola Bardasi, ha firmato nelle ore scorse la delibera per giusta causa ai sensi dall’articolo 2119 del Codice civile.
Il provvedimento, tuttavia, non è stato pubblicato sull’albo pretorio dell’azienda”. Per il professionista è stata disposta un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Fonte Tgcom24.