Negozio pretende 10 euro per far provare le scarpe. E i casi “sono sempre più frequenti”

4 Settembre 2019 - 15:12

Negozio pretende 10 euro per far provare le scarpe. E i casi “sono sempre più frequenti”

Negozio pretende 10 euro per far provare le scarpe. E i casi “sono sempre più frequenti”

Provare le scarpe costa 10 euro. Succede a Mirandola, in provincia di Modena, dove un negozio di articoli sportivi chiede il pagamento di questo particolare servizio ai suoi clienti. A segnalarlo è Federconsumatori in una notai. A quanto pare una ragazza ha provato alcune paia di calzature all’interno dell’esercizio commerciale. Non ha però acquistato nulla e ha provato ad uscire.

Il negoziante però l’ha fermata e, perentoriamente, l’ha informato che avrebbe dovuto pagare 10 euro per aver provato le scarpe, “non avendo proceduto ad alcun acquisto”. Si tratta di una richiesta, dice subito il commerciante, legata agli abusi di “chi prova le scarpe per poi acquistarli su qualche sito di e-commerce”. La giovane, sorpresa dalla richiesta del commerciante, si è rifiutata di pagare e ha segnalato che all’interno del negozio non era presente nessun cartello che avvertisse i clienti di questa regola. Nei giorni successivi, passando davanti al negozio, la ragazza vede che dentro è spuntato un cartello “10 euro per la prova delle calzature”.

Ma sono diversi i casi segnalati a Federconsumatori, tutti relativi, scrive in una nota la stessa associazione, ad un negozio di Mirandola, “in quello che probabilmente è il primo caso in Emilia-Romagna, dopo quelli recenti in Toscana (Sarzana e Prato) e a Trento”. Ma aggiunge Federconsumatori nel suo report modenese: “Una signora di Mirandola ha segnalato di aver appreso della richiesta solo una volta all’interno del negozio e che la cosa veniva giustificata con gli abusi di qualcuno. La signora ha abbandonato immediatamente il locale, che certamente non frequenterà più nel futuro”.

Secondo Federconsumatori “è necessario che una regola così discutibile, come quella di far pagare la prova di abiti o calzature, sia indicata con grande evidenza all’ingresso del locale commerciale, e non al proprio interno. Questo per consentire al cliente di scegliere se entrare o meno. Inoltre – conclude l’associazione – deve essere specificato che la regola sarà applicata a tutti i non acquirenti, e non in modo arbitrario”. (Fanpage)