La vicenda della locanda di Napoli dove c’è stato uno scontro tra la titolare ed un turista di origine ebraica, è stata ben spiegata dalla titolare e, mi sembra, una tempesta in un bicchiere d’acqua. C’è un equivoco che la turista ha amplificato un po troppo.
Tuttavia mi pare che l,’atteggiamento dei più è quella della tifoseria, che è l’unica cosa della quale non se ne sente il bisogno. Il mondo brucia, proprio perché è governato da chi spinge sugli estremismi, sulle identità, sulle paure e sulle razze.
La questione israelo- palestinese è seria e complessa e necessita avvalersi di una diplomazia moderata, di equilibrio, saggezza e ad una sana e capace politica.
Lo spettacolo che si offre su temi così importanti e delicati, lascia senza parole. Ed il popolo napoletano non deve cadere in tranelli del genere.
Grazie all’attenzione per il Medio Oriente nella nostra politica estera, siamo stati al riparo di attentati ed eventi drammatici, e, credo, dovremmo continuare ad essere per “i due stati, due popoli”, che rappresenta l’unica possibilità di una vita di pace per quelle martoriate terre.
Ed allora, evitiamo di iscriverci alla schiera dei tifosi per questa o quella parte in campo, che non serve a nessuno: ai palestinesi, agli israeliani ed a noi napoletani, che facciamo dell’ospitalità un piatto forte della casa.
Napoli, Israele e la trappola della tifoseria: serve equilibrio, non faziosità

7 Maggio 2025 - 10:52

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