MALATO DI PARKINSON NON TREMA PIU’: azzerati i sintomi della malattia

25 Aprile 2019 - 15:26

MALATO DI PARKINSON NON TREMA PIU’: azzerati i sintomi della malattia

MALATO DI PARKINSON NON TREMA PIU’: azzerati i sintomi della malattia

Eliminazione all’istante, a paziente sveglio, del forte tremore provocato dal morbo di Parkinson prima alla mano sinistra e poi all’altra: è questa la ‘prova’ del “netto miglioramento del paziente” contenuta nel filmato realizzato dall’équipe della neurochirurgia dell’ospedale san Salvatore di L’Aquila che per prima in Abruzzo ha effettuato un intervento che azzera i sintomi della malattia.

Con un semplice clic dei medici, che innesca un generatore d’impulsi, un uomo di 66 anni originario di Milano, ma che vive da tempo all’Aquila, si è così riappropriato dell’autonomia dei movimenti di mani e braccia ed è tornato a cimentarsi col suo amato hobby: suonare la chitarra. Il paziente, affetto dal Parkinson da diversi anni, è stato operato nei giorni scorsi ed ora è in ottime condizioni.

La procedura è stata illustrata oggi all’Aquila in una conferenza stampa a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, il manager facente funzione della Asl provinciale, Simonetta Santini, l’assessore regionale al bilancio, l’ex vice sindaco dell’Aquila Guido Liris, il sindaco del capoluogo, Pierluigi Biondi, il direttore del dipartimento chirurgico Asl, Walter Di Bastiano, il direttore di neurochirurgia, Alessandro Ricci e il dr. Francesco Abbate che ha eseguito l’intervento sul malato di Parkinson. La procedura di neurochirurgia si chiama stimolazione profonda cerebrale (Dbs), attualmente appannaggio solo di pochi ospedali italiani: in sostanza, gli specialisti impiantano elettrodi nel cervello, tramite dei fori sul cranio, su alcuni nuclei della base dell’encefalo che regolano il movimento e che, non funzionando bene, sono causa del tremore. L’esatta collocazione degli elettrodi viene programmata attraverso un’accurata fase pre-operatoria e perfezionata da un sistema di neuronavigazione. Gli elettrodi vengono poi collegati a un generatore d’impulsi, collocato nella regione sottocutanea del torace.

«Eccellenze come quelle che illustriamo oggi – ha spiegato Verì – mi rendono orgogliosa, prima di tutto come cittadina. In Abruzzo vanno superati i campanilismi e quindi occorre unire la costa ai monti. Siamo stanchi di sentirci dire che siamo equivalenti ad un quartiere di Roma: abbiamo qualità e specificità per rivendicare risposte efficaci e per offrire una sanità vicina ai cittadini».

«L’intervento è il frutto di un certosino lavoro di squadra che ha coinvolto più specialità» – ha sottolineato Ricci. Oltre alla neurochirurgia, infatti, sono intervenuti per le diverse competenze, il dr. Alfonso Marrelli, direttore della neurofisiopatologia, il prof. Carlo Masciocchi della radiologia universitaria (con la dr.ssa Alessia Catalucci), il prof. Carmine Marini, direttore della neurologia (affiancato dalla dr.ssa Patrizia Sucapane e dal dr. Davide Cerone) e, infine, il prof. Franco Marinangeli, direttore del reparto di anestesia, attraverso la dr.ssa Donatella Trovarelli. Un’azione corale che è servita ad esaminare le condizioni del paziente per verificare se ci fossero tutti gli elementi per sottoporlo all’operazione. L’uomo per anni aveva seguito una terapia a base di farmaci che però si era rivelata inefficace mentre i sintomi del Parkinson gli rendevano la vita sempre più difficile nella quotidianità. (Leggo)