Lo Stato c’è! Non è vero che non funziona niente

18 Novembre 2020 - 8:30

Lo Stato c’è! Non è vero che non funziona niente

Roma, 17 novembre- Dall’asse Fiumicino (Rm) – Napoli ci arriva una bella storia, in totale controtendenza con quanto ci accade intorno.

F.C., è una ragazza che si è trasferita da Napoli a Fiumicino dove sta costruendo il suo progetto di vita con il compagno. Sino all’arrivo della pandemia una vita tutto sommato tranquilla ma che gli permetteva di provvedere dignitosamente a loro stessi. Con l’arrivo dell’epidemia da Covid-19, come per molti italiani, le cose cambiano, sull’incertezza per la salute e di ciò che accadrà, pesa la condizione di due lavori precari (ma considerati sicuri sino a marzo scorso).

Inutile rimarcare lo sconforto che ha raggiunto questi giovani, lontani dalle famiglie su cui “almeno” cercare di trovare conforto. Sembra tutto vacillare e per molti lo è stato veramente.
Escono le prime agenzie in cui attraverso titoloni lo “Stato”, il “Governo” annuncia ristori economici a suon di DPCM. In tantissimi dalle prime luci dell’alba del giorno x all’ora y, si mettono dinanzi a dispositivi elettronici e richiedono i “famigerati” aiuti di Stato.

Arriveranno? Non arriveranno? Non resta che attendere e sperare. La soluzione? Semplicemente ritornare da dove si è partiti, ammettere di non poter provvedere a se stessi, sfidare il “confinamento” stringente e tornare a casa da mamma (a Napoli), che nel frattempo è stata messa in cassa integrazione (che attende ancora).

La storia

F. è un’addetta alle vendite di un grosso marchio di abbigliamento con un contratto a chiamata, scadenza questo novembre. Il bonus da 600 euro per i lavoratori ad intermittenza che non prevedono cassa integrazione, arrivano.
A luglio l’INPS trasferisce ulteriori 1800 euro.

F. C. prima che il contratto scada, vista la situazione, decide di cercare un altro lavoro e quasi come un miracolo, lo trova. Questa volta presso una palestra, un’azienda molto solida che la contrattualizza a tempo determinato full time, sino a marzo 2021. Essendo una neo assunta non è prevista alcuna cassa integrazione mentre scatta la seconda chiusura forzata. Il datore di lavoro le comunica di attendere comunque il decreto ristori.

Circa due settimane le viene comunicata la cassa integrazione Covid-19 ed il consulente del lavoro comunica la possibilità di accedere anche da parte sua agli aiuti dell’Inps, 1000 che verranno accreditati domani.

“Sono stata molto fortunata a trovare questo lavoro in un periodo così delicato” dice F. C. con grande gioia ed entusiasmo. Quello che dovrebbe essere la normalità, diventa eccezionale in tempo di crisi sanitaria ed economica. Sicuramente per altre categorie sarà stato più difficile trovare una soluzione.

Categorie quali il settore dello spettacolo- prosegue F.C- di cui anche io ho fatto parte e purtroppo si sa che a meno che non si tratti di contratti con importantissimi enti la maggior parte dei lavori sono stati a nero”.
Quello che veramente manca in questo momento è la normalità. Monotona, stancante e grigia normalità che ti consenta di programmare il futuro e vivere il presente.