L’intervista a Vittorio Feltri alla presentazione del libro “Il Borghese” (di Maridì Vicedomini)

5 Ottobre 2018 - 20:05

L’intervista a Vittorio Feltri alla presentazione del libro “Il Borghese” (di Maridì Vicedomini)

L’Intelligentia romana ed  autorevoli esponenti del mondo parlamentare hanno applaudito Vittorio Feltri in occasione della presentazione del suo libro “Il Borghese”, edito da Mondadori, svoltasi in capitale qualche giorno fa al Circolo Canottieri Aniene. Relatori, accanto all’autore, Gennaro Sangiuliano, Antonio Polito, Aldo Cazzullo.

Direttore, lei è un giornalista “scapigliato”?

“Non è una definizione del tutto sbagliata se lei si riferisce alla “Scapigliatura”; per la verità, nel sottotitolo del mio libro, per identificarmi,  mi sono definito “spettinato” per non dire “scapestrato”

In che senso?

“Sono un uomo ed un professionista che da sempre  difficilmente si adegua alle discipline, direi piuttosto di essere molto portato all’insofferenza”

Perchè ha scelto di scrivere “Il Borghese”?

“E’ molto semplice: mi sono accorto che nella mia memoria iniziava a sfuggirmi qualche ricordo, e poiché non volevo perderli, ho cominciato a scrivere per trasmettere ai miei lettori gli aspetti sconosciuti ed alcune curiosità di personaggi molto noti, quali ad esempio, Montanelli, Biagi, la Fallaci, Bocca, cercando di puntare sulla nedottica e non sulle notizie note a tutti”

Il suo racconto si chiude a pagina novantotto; perché?

“Ho pensato che i libri grandi fanno bloccare la digestione e non volevo rovinare la salute ai miei lettori! In tale logica ho tralasciato di parlare di altri personaggi conosciuti, soffermandomi anche un po’ sulla mia persona”

Quando ha capito di voler fare il giornalista?

Fin da piccolissimo; io non andavo all’asilo ma venivo accudito da una mia zia, zia Tina a cui dedico il libro; tutti i giorni, mi mettevo seduto su una sediolina e mi piaceva sfogliare le pagine dei quotidiani fino a quando, per incanto, non imparai a leggere . Da ragazzo, frequentavo abitualmente una biblioteca di Bergamo;  un giorno  mi notò un prete, professore di eloquenza che mi adottò culturalmente, trasfondendomi i dettami del sapere”

Tra le righe del suo libro scorrono volti noti quali la Fallaci

“Ad Oriana ho dedicato ben 20 pagine svelando gli aspetti più reconditi della sua persona; eravamo talmente legati noi due che è venuta a morire a casa mia”

Montanelli?

“Con Indro ho avuto un rapporto bellissimo per molti anni,  fino alla fine dei suoi giorni fino a quando abbiamo avuto un piccolo scontro in un programma televisivo condotto da Michele Santoro. Montanelli sosteneva che esistono due Berlusconi: un Berlusconi ottimo editore che lo aveva sorretto per 17 anni ed un altro Berlusconi con un’indole fascista, da federale, mentre io affermavo che di Berlusconi ce ne è uno solo”

Bocca?

“Lui mi detestava perché mi accusava di essere fascista, cosa non vera perché nella vita sono stato tutto eccetto che fascista; quando è morto ho detto che era morto il mio miglior nemico perché in realtà  Bocca era una brava persona”

Biagi?

“Lo definirei “un assassino di tagliatelle perché le mangiava in quantità industriale e quando le ingoiava, non parlava più, diventava rosso paonazzo e  godeva fino all’ultima goccia di sugo, senza neanche quasi respirare”

Che stagione vive il giornalismo?

“Una nuova era grazie all’avvento degli strumenti informatici che ha portato un po’ di disagio a noi giornalisti della carta stampata; siamo tutti  portati a copiare da Internet e questo è molto sbagliato; d’altronde Internet arriva sempre prima di noi per cui è inevitabile una sovrapposizione; bisogna riflettere un attimo e capire come reagire a questo fenomeno”

I giornalisti di oggi  sono espressione di una “Libertà di pensiero”?

“Credo che i giornalisti italiani siano i più liberi del mondo di attaccare l’asino dove vuole il padrone”

Feltri lei è un uomo ironico e simpatico, dalla “battuta facile”; ha mai pensato ad una carriera artistica?

“Nel mio futuro c’è l’oltretomba”

Direttore ma lei è comunque un’artista della penna?

“Eh, mica tanto, sto cominciando adesso a parlare l’italiano; sono di Bergamo e fino a qualche tempo fa, l’italiano era una lingua straniera”

Qualche sua considerazione sulla politica attuale: Salvini?

“Salvini si giudica dai suoi frutti come gli alberi; fino ad oggi  i suoi frutti sono stati buoni tranne uno”

Quale?

“La sua alleanza con Di Maio che non mi è affatto simpatico anche se è napoletano”