La terribile previsione: «Tracciamento non sta funzionando, se trend non muta lockdown inevitabile»

19 Ottobre 2020 - 17:51

La terribile previsione: «Tracciamento non sta funzionando, se trend non muta lockdown inevitabile»

“Abbiamo la percezione che il sistema di tracciamento dei contatti non stia più funzionando perché il numero dei contagiati da Covid sta aumentando in modo spropositato”. A dirlo all’Ansa è il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. Se “questo sistema di tracciamento salta – avverte – è chiaro che non c’è più contenimento della pandemia”. Dunque “bisogna subito rafforzare il personale delle asl dedicato al contact tracing”. “Se il trend dei casi non muterà ed i numeri, soprattutto quelli dei ricoveri in rianimazione, continueranno a salire – conclude Anelli – temo che si arriverà inevitabilmente al lockdown come misura estrema”.

Zampa: «In crisi con 600mila contagi, misure per evitarlo»

“Siamo molto distanti da marzo, tra l’altro per un’età media diversa dei soggetti positivi. Sarà crisi quando si arriverà a 600mila contagi, e le misure messe in campo servono proprio ad evitare di arrivare al punto di crisi”. Lo ha detto la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervenendo a Omnibus su ‘La7’, tornando alle proiezioni su cui lavorano gli esperti del governo. “Vediamo che due terzi dei nuovi contagiati adesso è asintomatico.

Un aspetto di cui tenere conto” ha aggiunto la sottosegretaria alla Salute, spiegando che le nuove misure anti-Covid annunciate ieri sono state prese sulla base dei dati e sulle proiezioni di un modello che il nostro Paese ha deciso di adottare. “Ci attendiamo che queste nuove misure diano dei risultati” non subito, ma “fra qualche giorno. Ci aspettiamo di vedere i primi risultati entro almeno 6-7 giorni” ha spiegato.

“Dobbiamo uscire dalla logica del lockdown e imparare la convivenza con il virus, sennò moriamo di qualche altra cosa”, ha detto Zampa, ribadendo comunque che “la salute viene prima di tutto”. Quanto al fatto che “si andava verso un tremendo coprifuoco è una notizia creata dai media, ma né io, né il ministro della Salute, né altri esponenti del governo abbiamo creduto che si dovesse andare verso il coprifuoco” ha sottolineato. Le misure prese ieri “sono state assunte di concerto con i presidenti delle Regioni. Capisco che i sindaci avrebbero potuto essere più coinvolti” ha affermato Zampa. Riguardo alle proteste dei primi cittadini, non mancheranno “da parte del ministro Lamorgese e del presidente Conte indicazioni” su quali sono le misure “e chi deve metterle in atto”.

Ricciardi: «Lockdown mirati subito, non aspettare Natale»

“Io non parlerei di Lombardia, ma per esempio di Milano. Non parlerei di Campania, ma parlerei di Napoli e di alcune aree metropolitane, comincerei a preoccuparmi per Roma. Sicuramente il Piemonte è un’altra area. Io farei degli interventi mirati rafforzando le decisioni” nazionali “ma purtroppo in questa fase chiudendo alcune attività in maniera chirurgica”. A sottolinearlo è Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma, durante il suo intervento ad ‘Agorà’ su Rai3.

“In generale – spiega – le misure prese vanno bene per tutto il Paese. Ma ci sono delle aree dove la curva esponenziale” dei contagi “è talmente forte che per evitare che tra due settimane vengano prese d’urgenza” altre misure “è assolutamente necessario farlo ora. Più che di regioni parlerei di aree specifiche del Paese, e credo che questa fase debba essere caratterizzata da interventi mirati, proporzionati quasi chirurgici”.

«La situazione è preoccupante»

“La situazione – prosegue Ricciardi – è preoccupante perché di fatto l’epidemia soprattutto in alcune aree del Paese ha cominciato a crescere in modo esponenziale e questo, come abbiamo imparato dai mesi precedenti, significa che dopo un certo punto il raddoppio dei casi si ha ogni due o tre giorni. Tu ti puoi trovare a inizio settimana con mille casi e alla fine delle due successive con 3-4-5 mila casi”.

«Condivido le misure del governo per il territorio nazionale»

L’esperto puntualizza: “Condivido le misure del governo per il territorio nazionale, nel senso che il governo ha messo una sorta di mattonella più alta rispetto al passato e questo va bene nel Paese, perché ci sono aree che ancora non hanno una crescita esponenziale. Ma non è sufficiente in aree specifiche del Paese, per cui c’è necessità di integrare queste misure. Perché, quando tu hai una città che ha già migliaia di casi, significa che sei alla vigilia di una pressione enorme sui tuoi sistemi sanitari e questo lo devi evitare. Nel momento in cui questi casi diventano clinici e vanno in ospedale possono provocare quelle stesse situazioni che abbiamo visto a marzo e che vogliamo scongiurare”.

«Certi lockdown mirati vadano fatti subito»

Certi lockdown mirati vadano fatti subito, non bisogna aspettare Natale. Un’epidemia si combatte con i comportamenti delle persone e con il tracciamento, ma quando vai oltre 10-11mila casi non riesci più a tracciarli” i contagi “e allora devi contenere”.

In certe aree, sottolinea l’esperto durante il suo intervento ad ‘Agorà’ su Rai3, la situazione “è tale che tu devi fare un lockdown. Mirato, ma deve essere fatto. Se noi prendiamo tempestivamente, adeguatamente, proporzionatamente le misure giuste, avremo un Natale quasi normale. Se invece temporeggeremo e non le prenderemo, vedremo nelle prossime due settimane un aumento esponenziale dei casi soprattutto in alcune aree del Paese. E poi dovremo prendere delle decisioni durissime molto più tardi e servirà molto più tempo. Oggi bastano magari due settimane, ma quando si va più avanti, due settimane non bastano più”.

«Ogni intervento ritardato significa casi gravi fra due settimane»

E “ogni intervento ritardato significa casi gravi fra due settimane. Io lo dico dal primo momento che un’unica catena di comando e di comunicazione sarebbe quella che garantisce un’immediatezza delle decisioni in un momento in cui c’è un virus terribile che purtroppo approfitta delle divisioni tra regioni e dell’eterogeneità della decisione per diffondersi. Sarebbe stato meglio averla, però il governo credo non l’abbia voluta fare per rispetto ai decisori locali e per prendere decisioni insieme a loro. E credo che questa sia ancora una disponibilità forte da parte del governo, ma non c’è dubbio che di fronte a delle situazioni importanti sarebbe il caso di intervenire quanto prima”.

Fonte:IlRoma.net