ITALIA SOTTO ATTACCO TERRORISTICO. Si teme il peggio, sta succedendo da giorni

29 Maggio 2019 - 10:24

ITALIA SOTTO ATTACCO TERRORISTICO. Si teme il peggio, sta succedendo da giorni

ITALIA SOTTO ATTACCO TERRORISTICO. Si teme il peggio, sta succedendo da giorni

I paracadutisti, i bersaglieri, la fanteria d’assalto, i carri armati e i caccia il loro ruolo non lo perdono. Ma da soli non bastano più. Perché anche la guerra ha cambiato nome e faccia e quella che si studia in questi anni è soprattutto quella elettronica. La Difesa italiana lavora in questi giorni proprio per creare una sinergia tra due ambiti apparentemente lontanissimi: le truppe da sbarco, le forze speciali che si lanciano dagli elicotteri, gli aerei e le portaerei insieme ad alcuni silenziosissimi team che operano nelle retrovie. Apparecchiature sofisticatissime che operano in un ambiente in cui più che mimetizzarsi è necessario essere silenziosi: «Per essere pronti ad affrontare qualunque emergenza è necessario essere capaci di operare nell’ambiente elettromagnetico – spiega il tenente colonnello Pasquale Silvestro -. È lì che si svolgono i combattimenti moderni, quelli più pericolosi. Sembra che parliamo di un luogo astratto, ma in realtà siamo in un ambiente ricco di insidie. Per questo di addestriamo alla guerra elettronica».

Gli ultimi ritrovati tecnologici, comunque, sono utili anche alla tecniche tradizionali e per questo la Difesa ha organizzato un maxi addestramento. La Joint Star è la più importante esercitazione per le forze armate italiane e quest’anno, oltre a Esercito, Aeronautica e Marina, in campo ci sono anche le unità speciali dei carabinieri, della Guardia di finanza e alcuni reparti specializzati in bonifiche chimiche dei vigili del fuoco. In tutto duemila uomini, più di 25 tra caccia ed elicotteri, decine di mezzi terrestri, ma anche navali ed anfibi.

Nel grande poligono di Capo Teulada, di fronte al mare incantevole del Sud Sardegna, sembra di essere in una guerra vera. Ogni giorno gli scenari cambiano. Quello più complesso si svolge nel momento in cui si rischia l’assalto a un deposito di sostanze chimiche: un gruppo terroristico riesce a prendere possesso dell’isola e per riportare la legalità scende in campo un contingente internazionale. E non è un caso, visto che alla Joint Star 2019 partecipano anche i Marines americani.

Tra i cespugli di ginepro si spara all’impazzata, i carri armati attaccano i guerriglieri piombati da una collina all’improvviso e a difendere il fronte si aggiungono anche alcuni aerei decollati dal vicino aeroporto militare di Decimomannu. L’operazione finisce con successo, ma poche ore dopo lo scenario cambia. Dalle navi sbarcano i mezzi anfibi e arrivano gli elicotteri. In campo ci sono anche armi e strumenti che non si vedono: dagli aerei a pilotaggio remoto, fino a strumenti sofisticatissimi e capaci di intercettare le comunicazioni dei nemici e di dare man forte alla task-force “informazioni tattiche”.

Alla guerra elettronica si aggiunge anche quella psicologica e l’Esercito italiano porta avanti una lunga tradizione. Il metodo ricorda molto da vicino quello reso celebre da Gabriele D’Annunzio con la sua trasvolata su Vienna nel 1918. Anche nel 2019 c’è un reparto che si occupa della parte “persuasiva” che precede (o affianca) una missione sul campo. Gli uomini del 28° Reggimento “Pavia”, che ha sede a Pesaro, in questi giorni sono impegnati insieme a quello che è lo zoccolo duro della Difesa italiana. Preparano messaggi, stampano volantini, li lanciano dagli aerei e simulano uno scenario in cui è necessario conquistare la fiducia a parole, più che terreno con le armi.

Fonte: lastampa.it