Interviene per liberare una donna bloccata in ascensore e rimane incastrato: Antonio morto a 31 anni. Lei ricoverata sotto choc

19 Aprile 2024 - 9:37

Interviene per liberare una donna bloccata in ascensore e rimane incastrato: Antonio morto a 31 anni. Lei ricoverata sotto choc

Un manutentore di ascensori di 31 anni, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell’elevatore di un condominio di Aci Sant’Antonio dove era al lavoro.

Il corpo di Antonio Pistone è stato liberato dai Vigili del fuoco del distaccamento di Acireale ,del comando provinciale di Catania.

I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne.

Una donna che era dentro la cabina dell’ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc.

Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri per le indagini del caso.

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Sulla notizia «dell’ennesimo incidente sul lavoro in provincia di Catania» interviene, «rattristata e amareggiata».

La Cgil di Catania che «partecipa al lutto della famiglia del giovane ascensorista Antonio Pistone, che ha perso la vita mentre faceva onestamente il suo lavoro».

«Non sono note le precise dinamiche dell’evento – aggiungono la Camera del lavoro del capoluogo etneo – ma rimane una certezza: non è possibile perdere la vita per mancanza di condizioni di sicurezza che devono essere sempre garantite.

Le proteste sindacali di queste settimane si sono concentrate proprio su questo concetto: ridurre a zero gli infortuni mortali non è solo possibile ma necessario.

Qualcosa – osserva la Cgil etnea – deve cambiare nell’ approccio aziendale e nei controlli. E deve avvenire subito».

Il segretario territoriale dell’Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, sottolinea come «anche stavolta, purtroppo, passata la notizia calerà il sipario». «A nulla – aggiunge il sindacalista – servono i tavoli prefettizi e i convegni se poi non si dà seguito a quello che ci si dice. Paghiamo la carenza di organico degli uffici dell’ispettorato del lavoro e una mancanza di cultura della prevenzione.

Purtroppo i dati quest’anno sono allarmanti: 119 i morti nei primi 2 mesi dell’anno in Italia.

La maggior parte degli incidenti – ricorda Musumeci – avviene in aziende a conduzione familiare con meno di 5 dipendenti, dove la formazione e la prevenzione vengono visti come un costo e non come una risorsa da sfruttare»