Cassazione condanna i genitori di Eleonora per aver convinto la figlia a non intraprendere la chemioterapia. La ragazza è morta

9 Maggio 2023 - 19:05

Cassazione condanna i genitori di Eleonora per aver convinto la figlia a non intraprendere la chemioterapia. La ragazza è morta

Depositate, oggi, dalla Cassazione le motivazioni della condanna a due anni di reclusione dei genitori di Eleonora Bottaro, 17enne morta di leucemia linfoblastica acuta nell’agosto 2016. La condanna è stata emessa lo scorso 23 marzo.

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Lino Bottaro e Rita Benini (questi i nomi dei genitori di Eleonora) si sarebbero opposti – da come si legge dalle motivazioni e dalla ricostruzione della Cassazione – fin da principio alle cure in ospedale.

I due coniugi, seguaci del Metodo Hamer (una pratica anti – scientifica) si erano immediatamente opposti ad ogni trattamento chemioterapico proposto dai medici. Anche quando i sanitari avevano comunicato che, tramite la chemio, la possibilità di sopravvivere fosse dell’80%, i genitori non avevano voluto sentir ragioni. Essi, anzi, ritenevano che la chemio fosse nociva e non utile alla guarigione.

Testimonianze dall’ospedale, riportano che il padre si opponesse spesso anche all’espletamento di semplici cure antibiotiche o alla somministrazione della Tachipirina e del Nurofen.

Purtroppo, la tragedia era annunciata e, a malattia ormai in stadio avanzato, Eleonora è morta nel 2016. Tuttavia, la Cassazione ha fatto definitivamente luce sull’accaduto, sottolineando l’apporto decisivo dei genitori affinché non tutte le cure fossero prestate.

I genitori, dal canto loro, hanno fatto appello ad una sentenza del Tribunale dei Minori di Venezia del 1998. Tale sentenza riconosceva alla minore ( 9 anni)  il diritto di rifiutare la cura chemioterapica. In quel caso, però,  la piccola paziente era pienamente consapevole dello scenario clinico e farmacologico.

In questo caso – emerge dalle dodici pagine di motivazione – la giovane optava per una completa sfiducia verso ogni tipologia di trattamento farmacologico. I genitori, infatti, ostacolavano anche l’utilizzo di flebo idratanti o di prelievi per esami diagnostici. Accusavano, inoltre, l’Ospedale di non utilizzare massivi dosaggi di Vitamina C, ritenuta dai genitori utile, a causa delle lobby farmaceutiche. Da qui la condanna definitiva a 2 anni di reclusione.

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