“Ero io il vero obiettivo”. La confessione dell’amico di Willy

8 Settembre 2020 - 13:21

“Ero io il vero obiettivo”. La confessione dell’amico di Willy

“Ero io il vero obiettivo, lui voleva solo mettere pace”. E’ ancora sotto shock, Federico, l’amico 21enne di Willy, il giovane ucciso di botte a Colleferro, Roma. In attesa che il gip di Velletri si pronunci per la convalida dell’arresto dei 4, ci sarebbe un video a incastrare i due fratelli Bianchi accusati di omicidio preterintenzionale insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. 

Un pestaggio durato 20 minuti da parte di ventenni conosciuti, e per questo temuti, nella zona, pare già autori di diverse aggressioni negli ultimi due anni, che il pm sta cercando di ricostruire. “Subito ho sospettato della banda del Suv”, afferma il carabiniere che li ha fermati poche ore dopo la rissa mortale.

“Non faccio che pensare a quello che è successo, sono scosso, Willy si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Questa è la manciata di parole che Federico, amico e compagno di scuola del 21enne ucciso a calci e pugni nella notte tra sabato e domenica all’esterno di un pub di Colleferro, consegna a Il Corriere della Sera.
 
“Dovevano arrestarli prima, sono bestie”, grida ora l’intero paese a Sud di Roma. “Picchiavano tutti – continuano a ripetere a Colleferro, come riferisce Il Messaggero, – si sapeva che si sarebbe scappato il morto”. Il pm, intanto, cerca testimoni e vittime di altri pestaggi ad opera del branco di Artena per disegnare il profilo criminale degli arrestati.
 
A catturare il branco all’indomani dell’uccisione di Willy, l’intuizione di un maresciallo che ha convocato i 4 in caserma per accertamenti, dopo averli incontrati all’alba in un bar per un caffè. In questo modo ha potuto fermarli.
 
“Ho subito capito di chi si trattava”, riferisce a La Repubblica Antonio Carella, comandante della stazione di Colleferro. Era fuori servizio, ma dopo aver sentito le urla è giunto sul posto e ha prima tentato di soccorrere Willy (“Gli ho stretto la mano e dato una carezza in attesa dei soccorsi, gli ho detto che sarebbe andato tutto bene”, ricorda a La Repubblica), poi si è messo a caccia dei suoi assassini.
 
Ora, mentre gli indagati si rimpallano responsabilità e colpe, potrebbero essere le telecamere della zona a fare chiarezza su quei 20 minuti di aggressione. Anche i tabulati telefonici verranno in aiuto agli investigatori: chi ha chiamato i fratelli Bianchi che sono arrivati a tutta velocità all’esterno del pub?
Fonte: tgcom24