Coronavirus, quattro donne da quattro Paesi per aiutare l’ospedale italiano in difficoltà

31 Marzo 2020 - 9:53

Coronavirus, quattro donne da quattro Paesi per aiutare l’ospedale italiano in difficoltà

Coronavirus, quattro donne da quattro Paesi per aiutare l’ospedale italiano in difficoltà

“Nessuno si salva da solo”, lo ha detto Papa Francesco nella benedizione Urbi et Orbi e sembra essere diventato un po’ il mantra di questa emergenza, non solo per i fedeli.

Lo sanno bene tutte le persone che lavorano ininterrottamente per aiutare i pazienti affetti da coronavirus, lo sanno bene i medici delle città più colpite dall’emergenza i cui ospedali vivono una pressione costante tra nuovi arrivi e purtroppo continui decessi.

Ed è sulla solidarietà di chi lavora in prima linea che si basa anche buona parte del lavoro, come all’ospedale di Cremona dove un team di quattro donne provenienti da quattro paesi diversi (ma uniti) sta lavorando ininterrottamente da cinque settimane per curare i pazienti Covid-19 positivi: si sono fatte fotografare insieme ognuna con un cartello che indica la nazione dalla quale proviene.

Bea (Infermiera, Colombia), Iolanda (Oss, Africa), Chiara (Oss, Italia) e Ornela (Infermiera, Albania) lavorano al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cremona e hanno deciso di mandare un messaggio importante: vogliono far sapere che insieme il virus si può combattere, che bisogna restare uniti. “Eccole schierate, senza frontiere, diverse e uguali.

Insieme sono una vera squadra, tenace e instancabile, che infonde fiducia; siamo in buone mani, vien da subito da pensare – si legge nel post condiviso su Facebook da Asst Cremona – anche perché una cosa l’abbiamo capita: ‘nessuno si salva da solo'”.

La foto, si legge nella didascalia, è stata scattata da Francesca Mangiatordi (Medico, Pronto soccorso Cremona e collaboratrice ad honorem dell’Ufficio Comunicazione).

Nella vicina Crema l’Esercito Italiano ha realizzato l’ospedale da campo in supporto proprio alla provincia fortemente colpita dall’emergenza per accogliere i pazienti affetti dal Coronavirus.

La struttura, dotata di 32 posti letto, tutti con erogatori di ossigeno, 3 posti per terapia intensiva ed una sala radiografica specializzata, è gestita dal team di 52 tra medici e infermieri cubani giunti in soccorso della Lombardia.

Nei giorni scorsi sono stati numerosi i paesi che hanno mostrato il proprio supporto all’Italia inviando medici e dispositivi medici: dall’Albania alla Polonia, fino alla Colombia e alla Cina, passando anche per la Russia.
Fonte: Fanpage.it