Coronavirus, qual è il tipo di tosse che deve allarmare?

29 Agosto 2020 - 11:05

Coronavirus, qual è il tipo di tosse che deve allarmare?

Coronavirus, qual è il tipo di tosse che deve allarmare?
Tra i sintomi del Coronavirus c’è anche la tosse: ma qual è il tipo che deve preoccupare e che può essere campanello d’allarme di una possibile infezione da Covid-19? Si tratta della tosse secca che, stando a quanto evidenziato da un report dell’ISS – analizzando le cartelle cliniche di circa 2mila pazienti deceduti – è stata riscontrata nel 42% dei casi e, addirittura, a Wuhan è stata riscontrata sull’82% dei soggetti sottoposti a osservazione ospedaliera.

Dunque, la tosse secca – come evidenziano questi dati – rappresenta uno dei principali sintomi da Coronavirus. Ma come riconoscerla e quali differenze bisogna registrare rispetto a una tosse ‘classica’?

Qual è il tipo di tosse da Coronavirus? Come già detto, il campanello d’allarme deve scattare se si è in presenza di una tosse secca, forte, e non consueta.

Per esempio, possono stare tranquilli quei soggetti che quotidianamente hanno da sempre una tosse secca al risveglio. È una ‘patologia congenita’, non certamente correlata al Coronavirus.

A tal proposito, le scienziate Maja Husaric e Vasso Apostolopoulos, specialiste in malattie respiratorie dell’università australiana di Vittoria, sulla rivista scientifica The Conversation hanno riportato alcune indicazioni interessanti per farsi un’idea del tipo di tosse sperimentata.

Per capire se la tosse possa essere un sintomo da Coronavirus bisogna porsi alcune domande diagnostiche: “da quanto tempo dura”, “in quale momento della giornata la si sperimenta di più” e come si “sente” la tosse, ovvero se è secca, grassa o umida.

È importante capire anche se è correlata a sintomi come vomito, vertigini, insonnia o sanguinamento. Le esperte spiegano che: “Una tosse occasionale è benigna, ma una che persiste per settimane, produce muco sanguinante, provoca cambiamenti nel colore del catarro o si manifesta con febbre, vertigini o affaticamento, è un campanello d’allarme”.

Le due scienziate spiegano che quando l’infezione si aggrava e coinvolge i polmoni, gli alveoli polmonari possono riempirsi di fluido infiammatorio e sangue. Questo può comportare anche il passaggio da una tosse secca a una tosse umida.
Fonte: Notizie.it