Coronavirus, la cassa integrazione non prima di maggio: «Le banche non possono anticipare i soldi»

10 Aprile 2020 - 16:02

Coronavirus, la cassa integrazione non prima di maggio: «Le banche non possono anticipare i soldi»

Brutte notizie per chi deve ricevere i soldi della cassa integrazione: secondo quanto rivela un sondaggio tra un campione di 4.500 consulenti del lavoro, i pagamenti degli ammortizzatori sociali non arriveranno prima di maggio.

Perché «le banche non son pronte per anticipare la cassa integrazione». Situazione complessa dunque, soprattutto al Sud. Per «il 91% degli interpellati» gli assegni verranno realisticamente liquidati solo il mese prossimo, e «l’83% denuncia la mancata operatività degli accordi per dare il via libera alle procedure per l’anticipazione bancaria» delle somme.

Secondo la testimonianza dei consulenti del lavoro che stanno seguendo le aziende in tempo di emergenza da Coronavirus, «il 17% delle banche è, ad oggi, operativa», tuttavia permane un forte ‘gap’ nella Penisola, giacché «se al Nord la quota di filiali attiva è pari al 28%, il dato scende al Centro (12%) e nel Meridione (11%)».

Colpisce, poi, come a scontare «incredibili ritardi» per l’anticipazione della cassa integrazione siano «non solo i piccoli ma anche i grandi istituti di credito: è più del 70% degli iscritti all’Ordine professionale a segnalare la mancata operatività degli accordi».

Complessivamente, viene segnalato nel sondaggio, «l’impianto di strumenti messo a punto per fronteggiare l’emergenza si dimostra largamente inefficace per offrire quella rapidità di risposta, elemento essenziale a garantire un’effettiva tutela dei lavoratori.

Molti sono i fattori che la stanno ostacolando, ma più di tutti pesa la pluralità ed estrema eterogeneità degli strumenti a disposizione per l’emergenza (secondo l’84% degli intervistati), mentre sarebbe stato più utile e semplice un ammortizzatore sociale unico».

Altra criticità, infine, (per il 84,1% dei consulenti del lavoro intervistati) «viene segnalata dall’errore di aver concentrato la gestione di tutto il sistema di interventi in un unico soggetto, l’Inps», si sottolinea.

Italia ferma fino al prossimo 3 maggio per l’emergenza coronavirus. A deciderlo il Governo per evitare di far salire nuovamente la curva dei contagi che in questi giorni sta mostrando un assestamento. In vista del weekend pasquale stretta sulle misure di controllo in tutto il Paese come ribadito in un’intervista al Corriere della Sera dalla ministra dell’Interno Lamorgese: ”

Dobbiamo rimanere tutti a casa per il nostro bene e dei nostri cari, e per consentire all’Italia di ripartire il prima possibile. Per questo i controlli sugli spostamenti affidati alle forze di polizia sono stati rafforzati, per scongiurare i trasferimenti nelle seconde case e nelle localita’ turistiche'”. Fonte:Leggo.