Coronavirus, a Wuhan ospedali pieni a ottobre: l’allarme è scattato tardi

9 Giugno 2020 - 11:27

Coronavirus, a Wuhan ospedali pieni a ottobre: l’allarme è scattato tardi

Coronavirus, a Wuhan ospedali pieni a ottobre: l’allarme è scattato tardi
Gli ospedali di Wuhan erano stati già presi d’assalto ad ottobre. Ci sarebbero altre prove che dimostrerebbero che il coronavirus circolava nella città di Wuhan, e presumibilmente in tutta la regione, molti mesi prima rispetto a quando è stato lanciato l’allarme.

A denunciare i fatti è uno studio dalla Harvard Medical School, Boston University of Publich Health e Boston Children’s Hospital, che si è basato sull’analisi delle immagini satellitari dei parcheggi dei principali ospedali di Wuhan tra gennaio 2018 e aprile 2020, e le tendenze nelle ricerche su Internet, come riporta il Guardian.

Lo studio, che deve essere ancora messo a punto, ha mostrato che da fine agosto si è cominciato a registrare un aumento negli ospedali, con considerevoli affollamenti nel mese di ottobre e un picco in quello di dicembre, quando poi la pandemia è stata denunciata dalle autorità cinesi.

Il sospetto che si ha è che però la Cina abbia tenuto nascosto al mondo per mesi il virus, non prendendo alcun provvedimento, non stabilendo alcuna chiusura e lasciando, di fatto, che il mortale covid circolasse in tutto il mondo.

Gli autori dello studio hanno affermato, che sebbene non potessero confermare se l’aumento del traffico dei veicoli fosse direttamente correlato al nuovo virus, l’evidenza “supporta altri lavori recenti che dimostrano che l’emergenza è avvenuta prima dell’identificazione (del coronavirus) nel mercato del pesce di Huanan”, alla fine di dicembre, quando i funzionari cinesi avevano riferito di un cluster al mercato nel centro di Wuhan.

Un altro elemento fa destare sospetti, secondo gli studiosi, e sono le ricerche più comuni sul web dei cinesi in quei mesi.  L’utilizzo delle parole “diarrea” e “tosse” è aumentato notevolmente circa 3 settimane prima del picco nei casi confermati di Covid-19 alla fine del 2019.
Fonte: Leggo.it