Carabiniere ucciso. Il padre di Gabriel: «Mio figlio era lì, ma non è lui l’assassino»

6 Agosto 2019 - 9:46

Carabiniere ucciso. Il padre di Gabriel: «Mio figlio era lì, ma non è lui l’assassino»

Carabiniere ucciso. Il padre di Gabriel: «Mio figlio era lì, ma non è lui l’assassino»

Christian Gabriel Natale Hijorth non sapeva che il suo amico Finnegan Elder Leeaveva accoltellato a morte Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri assassinato a Roma la notte tra il 25 e il 26 luglio. A sostenerlo è il padre di Gabriel, Fabrizio Natale, che per la prima volta accetta di rispondere alle domande sul delitto: “Mio figlio era lì, ha sbagliato. Ma non è un assassino e io voglio dimostrarlo. Mi ha giurato di non sapere che Elder avesse un coltello e che Cerciello fosse morto”.

In un’intervista al Corriere della Sera, il genitore del 18enne americano ritorna sulla storia del borsello rubato al mediatore dei pusher e ribadisce che suo figlio “pensava di dover effettuare uno scambio come gli era stato chiesto e così avrebbero avuto indietro i soldi”. Il ragazzo non sarebbe inoltre stato a conoscenza del fatto che Cerciello fosse un carabiniere.

Nello studio dei suoi avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, Natale afferma di credere alla versione fornita dal figlio, ma anche di volere che “sia fatta chiarezza su tutti i punti oscuri”. “Nulla può cambiare una tragedia simile. Provo dolore come se avessi perso un figlio, ma non credo che le mie parole siano utili” per i familiari della vittima. Fabrizio Natale è cittadino italiano, ma lavora negli Stati Uniti da molti anni: “I miei genitori vivono a Fregene. Tutti gli anni veniamo qui d’estate anche perché i miei figli sono molto legati a mio fratello”.

Dalle indagini è emerso che è stato Gabriel a trattare con il mediatore dei pusher la restituzione del borsello in cambio di 80 euro e un grammo di cocaina. “Mio figlio ha fatto un errore grave, ma qui stiamo parlando di omicidio. E lui non ha ucciso. Mi ha assicurato che lui non fa uso di droghe. Mi ha chiesto di farlo sottoporre a tutte le analisi per poterlo dimostrare. Era andato con il suo amico. Lui e mio figlio non si frequentavano negli Stati Uniti, si sono ritrovati a Roma per caso. Non siamo miliardari, lavoriamo entrambi e questa tragedia ci ha sconvolti, ha stravolto le nostre vite. Ma noi lotteremo insieme a Gabriel per arrivare alla verità”. (Tgcom24)