“Apriamo le Chiese a Pasqua”. Salvini insiste ma i Vescovi dicono no: ”Rischiamo picco di contagi”

6 Aprile 2020 - 14:12

“Apriamo le Chiese a Pasqua”. Salvini insiste ma i Vescovi dicono no: ”Rischiamo picco di contagi”

Fontana frena sulle celebrazioni a porte aperte per Pasqua.

L’ex ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini ha proposto di riaprire le chiese in occasione delle celebrazioni pasquali.

Sebbene si sia registrato in questi ultimi giorni un calo dei ricoveri e delle morti legate al Covid-19, tale da far pensare all’inizio della discesa della curva dei contagi, è sicuramente presto per poter pensare di allentare le misure restrittive disposte dal governo, e il cui termine resta fissato al 13 aprile.

E infatti la proposta del segretario del Carroccio ha incontrato non poche polemiche, perché esporrebbe inutilmente i cittadini al rischio di nuovi contagi, favorendo gli assembramenti, considerando anche il fatto che al momento i dispositivi di protezione non sono reperibili ovunque.

Il presidente della Regione più colpita dal Covid-19, la Lombardia, ha criticato la proposta, e ha già chiarito che non potrà appoggiarla:

“C’è un errore di comunicazione: io non emetto ordinanze in questo caso, è il governo che già emesso il provvedimento con il dpcm che dispone che rimangono aperte le chiese, ma che non vengano svolte le celebrazioni.

È un provvedimento nazionale quindi, anche volendo, io non potrei fare niente”, ha detto il governatore Attilio Fontana, intervenendo alla trasmissione “Centocittà” in onda su Rai Radio 1.

“Capisco che il giorno di Pasqua è un giorno importante e che in questo periodo c’è bisogno di spiritualità. Quest’anno, però, prima di prendere una decisione del genere bisogna riflettere bene.

Oggi sarei perplesso. Aspettiamo di vedere se i risultati nei prossimi giorni saranno in così netto miglioramento. Una decisione del genere si può prendere anche l’ultimo giorno”.

La Cei ha risposto a Salvini, ricordando che le misure restrittive per impedire la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni della Settimana Santa sono parte degli ordinamenti diramati dalle stesse autorità ecclesiastiche e sono poste a tutela della salute pubblica.

Il cardinal Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della messa per la Domenica delle Palme che ha celebrato ieri nella una cattedrale di San Lorenzo vuota, ha definito una “grande sofferenza” il dover svolgere celebrazioni a porte chiuse:

“Purtroppo in duemila anni di cristianesimo è la prima volta che celebriamo la Pasqua in una maniera così ridotta”. Ma ha ricordato anche che esistono altre modalità per partecipare al percorso verso la Pasqua.

“Cercate di ritrovare anche voi, pur restando nelle vostre case, il gusto dello stupore, della bellezza della nostra fede e la gioia di seguire Gesù che ci precede portando la sua croce”, ha aggiunto Bassetti.

L’arcivescovo ha ricordato anche il videomessaggio del Papa rivolto, venerdì sera, all’Italia: “Il Papa ci invita a sfruttare bene questo tempo, a essere generosi, a cercare per telefono o coi social le persone più sole, e soprattutto ci invita a pregare, ora che abbiamo più tempo”.

Sul suo sito ufficiale, la Cei indica quindi una serie di “proposte per la Settimana Santa”: “Le misure restrittive, poste a tutela della salute pubblica, impediscono il concorso del popolo, come spiegato negli Orientamenti; ma questa situazione, per quanto pesante, non può farci rinunciare a vivere la Pasqua”, ricorda, “Una prima modalità è data dalla possibilità di unirsi spiritualmente – anche grazie ai media – alle celebrazioni, presiedute dal Papa, dal Vescovo o dagli stessi parroci”.

Pillon: “Anche le anime hanno bisogno di nutrimento”
A dare sostegno a Salvini è invece il senatore leghista Simone Pillon, intervistato dall’AdnKronos: “La Pasqua è il centro dell’anno liturgico e il senso della fede cristiana. La proposta di Matteo Salvini è da me pienamente condivisa.

Garantire i supermercati aperti è stato indispensabile per assicurare il cibo del corpo. Anche le anime hanno bisogno di nutrimento, specialmente in questo tempo”.

“Nessuno chiede di tornare a celebrazioni pubbliche affollate – ha continuato – ma permettere ai fedeli una visita individuale e un momento di raccoglimento con tutte le cautele e le protezioni mi pare fattibile e sensato.

Del resto, se si può andare dal tabaccaio, perché non si potrebbe andare in chiesa a pregare qualche minuto?”, si è domandato Pillon. Fonte: Fanpage.