Andava a lavoro in mutande: “Ora ridatemi il mio stipendio”

21 Gennaio 2020 - 9:30

Andava a lavoro in mutande: “Ora ridatemi il mio stipendio”

“Dopo aver vissuto questa tortura, rivoglio il mio posto in Comune”. E’ quanto chiede Alberto Muraglia, il vigile di Sanremo che timbrava in mutande, dopo essere stato assolto perché il fatto non sussiste. “Le cose vanno contestualizzate – spiega -. Non ero un pazzo che andava a timbrare così nella sede del Comune. Io ero il custode del mercato. La macchinetta era in un corridoio davanti al mio appartamento, in un contesto privato”.

“Tortura mediatica”“Sono stati quattro anni di tortura mediatica”, racconta a La Stampa. Ma “io non mi sono mai abbattuto, ho scelto di prendere la cosa con ironia e serenità, lo dovevo alla mia famiglia, ai miei figli. Non potevo farmi vedere distrutto. Ho sempre creduto nella giustizia, e ora la conferma è arrivata, anche se è stata dura”.