32 Detenuti/e senza fissa dimora in alternativa al carcere. Il Garante Ciambriello “una buona prassi da consolidare”

6 Ottobre 2021 - 18:19

32 Detenuti/e senza fissa dimora in alternativa al carcere. Il Garante Ciambriello “una buona prassi da consolidare”

Si è tenuto questa mattina l’incontro tra il Garante Regionale dei detenuti Samuele Ciambriello e le associazioni vincitrici del progetto di Cassa delle ammende riguardante l’accoglienza di detenuti senza

fissa dimora, per discutere su criticità riscontrate e buone prassi ancora da seguire. Gli enti “Cooperativa Less” (Napoli), “Migranti senza frontiere Onlus”

(Salerno), “Cooperativa San Paolo” (Salerno), “Croce Rossa Italiana” (Comitato Napoli nord – Casoria), “Cooperativa L’uomo ed il legno” (Melito di Napoli), “Cooperativa Il Melograno” (Benevento), “Associazione Generazione Libera”

(Caserta), “Associazione di promozione sociale Tarita” (Sant’Egidio del Monte Albino), da ottobre 2020, hanno accolto in totale 32 detenuti, dei quali 26 uomini e 6 donne.

Il Garante Ciambriello, terminata la riunione, ha dichiarato “sono grato alle cooperative e alle associazioni che hanno svolto un lavoro encomiabile accogliendo i diversamente liberi con non poche

difficoltà: le aree educative, talvolta, non hanno mostrato totale collaborazione alla partecipazione dei detenuti in queste case di accoglienza. In non pochi casi erano anche detenuti/e con problemi

sanitari e psichici. I posti e i finanziamenti per le unità abitative erano in totale per 65 detenuti/e, ma con mia somma meraviglia sono arrivate dalle carceri meno richieste, nonostante fossero

previsti anche dei posti riservati alle detenute madri con figli. Questo periodo transitorio di accoglienza e di inclusione, non è stato vissuto solo da detenuti immigrati spesso irregolari, ma anche da

italiani che in carcere non ricevevano visite dai propri congiunti o che erano stati allontanati dal nucleo abitativo. Mi auguro che Cassa ammende possa riservare ulteriori finanziamenti per questa

tipologia di progetto, perché il detenuto senza fissa dimora una volta raggiunto il fine pena, e quindi fuori dal carcere, se non seguito a dovere, rischia di entrare nel circolo della criminalità o diventa recidivo”.