Vittima di cyberbullismo, si suicida 16enne promessa della musica
Cyberbullismo scatenato dall’invidia del suo talento, da ragazzi ma anche dai loro genitori. E ora c’è un’inchiesta in corso dopo il suicidio della 16enne Trixie avvenuto il 20 settembre scorso. La giovane ha deciso di gettarsi per sempre dietro le spalle tutti i suoi sogni. Ha aspettato che i genitori uscissero, si è fatta una doccia e si è vestita e truccata. Poi, nella sua casa di Gunnislake, in Cornovaglia, si è tolta la vita scrollandosi di dosso in un solo colpo anni di depressione, crisi d’ansia, problemi di disordine mentale. Problemi che, forse, derivavano dagli attacchi ripetuti e feroci che venivano scagliati sui social contro di lei. Attacchi che ora la famiglia sta denunciando e sui quali la polizia ha deciso di aprire un’inchiesta.
Trixie era considerata una promessa della musica, aveva partecipato due volte a Britain’s Got Talent e spesso si esibiva in vari locali. Davanti a lei, potenzialmente, un futuro radioso, minacciato però da una fragilità caratteriale contro la quale combatteva ogni giorno. Una fragilità alla quale hanno dato il colpo di grazia, appunto, il cyberbullismo e la ferocia gratuita dei tanti che online si accanivano contro di lei chiamandola come minimo “brutta” e “prostituta”. E lei, che aveva passato anni difficili alle prese con cure e ricoveri per la sua stabilità mentale, indifesa di fronte a tutto ciò si ritrovava sempre più spesso in lacrime davanti al computer, tanto da decidere di cancellare il proprio account Facebook, salvo poi cadere in nuove crisi d’ansia perché non sapeva più cosa dicesse la gente sul suo conto.