Un incendio, il lancio di sassi contro poliziotti e vigili del fuoco. È quanto successo domenica 4 agosto al Centro di accoglienza straordinaria di via Aquila, a Milano, per cui sono stati arrestati sette ragazzi di origini africana.
Secondo le ricostruzioni, una volante della polizia, intervenuta a seguito dell’incendio, è stata accerchiata da circa 50 immigrati che, dopo aver distrutto l’auto, hanno aggredito due agenti che hanno riportato fratture per le quali è stata necessaria ingessatura.
«Se non si interviene a livello normativo prevedendo ed applicando una pena severa alla condotta criminosa, chiunque in questo Paese potrà speronare una volante, distruggerla, accerchiare uomini in divisa, mandarli in ospedale o peggio, ucciderli. A questo gioco al massacro non ci stiamo». È questo il commento di Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).
L’arresto è stato convalidato dal giudice Teresa Ferrari che ha emesso anche una misura cautelare in carcere per il «concreto pericolo di reiterazione del reato», come chiesto dal viceprocuratore onorario Elisabetta Pietra, al processo per direttissima che si è svolto questa mattina a Milano. Le accuse sono resistenza aggravata, danneggiamento e lesioni nei confronti di due agenti di polizia, che hanno riportato ferite alle mani e alle braccia per un totale di 14 giorni di prognosi.
In aula i giovani – tutti incensurati ad eccezione di uno che ha dei precedenti di polizia per spaccio e che hanno tutti circa vent’anni e provengono dal Gambia e dal Senegal – hanno negato di avere partecipato alla rivolta. Il processo per i sette, assistiti dall’avvocato Luca Orunesu, prenderà il via il prossimo 13 agosto.
Le fiamme erano divampate domenica 4 agosto alle ore 15, in una stanza del Cas, a causa probabilmente di un cortocircuito. Un materasso, un armadietto e delle suppellettili sono andati a fuoco. Il rogo è stato rapidamente spento dagli equipaggi di quattro mezzi dei pompieri.
Un uomo che si trovava nella stanza è rimasto bloccato all’interno e per potere trarlo in salvo è stata tagliata un’ inferriata: ora è ricoverato all’ospedale di Niguarda in codice giallo insieme a un altro extracomunitario nelle stesse condizioni.
Secondo la ricostruzione, è proprio il tentativo di salvare l’uomo rimasto bloccato ad aver provocato l’aggressione alle forze dell’ordine. Quando sono giunti sul posto i vigili del fuoco, infatti, alcuni ospiti del centro stavano cercando di rompere finestre e grate per salvare il giovane.
La polizia li ha allontanati per permettere ai vigili di operare, ma uno degli ospiti ha lanciato un mattone contro il camion dei vigili del fuoco. Gli agenti, a quel punto, hanno bloccato l’uomo ed è allora che la volante è stata circondata dai migranti che hanno aggredito i poliziotti.
Sono rimasti lievemente intossicati altri sei stranieri che si trovavano nella stessa ala dell’edificio e che sono stati portati, in codice verde, all’Istituto Città Studi. Sul posto è stata visitata una trentina di assistiti che sono stati spostati in un’altra struttura.
fonte: Open