Viaggio tra generazioni We Can Dance in divertimento| 6.2 Le vite del Piacenti….

28 Giugno 2022 - 8:48

Viaggio tra generazioni We Can Dance in divertimento| 6.2 Le vite del Piacenti….

Tutto è partito dalle radio private, poi il passaggio in discoteca dove, con Nino Mazzarino, ha inventato la figura del “vocalist“. Dino Piacenti festeggia i 42 anni di carriera

Napoli, 28 giugno – Buona norma vorrebbe che non si svelasse l’età dei personaggi pubblici, però Dino Piacenti i suoi 62 anni li mostra egregiamente e non ne fa mistero,

così come due anni fa in piena pandemia, quando di anni ne ha compiuti 60. Un anchorman come lui avrebbe meritato grandi festeggiamenti, non se ne fa un cruccio

Dino, che con questa chiacchierata insieme non mette in luce solo il professionista affermato che è, quanto un Piacenti meno conosciuto, più persona e meno personaggio.

Dino Piacenti nasce come speaker radiofonico negli anni 80 poi diviene giornalista, conduttore televisivo, ideatore e produttore di programmi televisivi. Solo questo? No.

Presentiamolo meglio! Editore e speaker televisivo e radiofonico, cantante, dj, organizzatore e vocalist di eventi, direttore di “WCD Magazine” e di We Can Dance Communication.

Il tempo passa e la famiglia We Can Dance cresce, insieme al figlio Stefano, che segue le orme del papà, ideando e realizzando un novo format, il “Ragazza WE Can Dance”.

Dino Piacenti con il figlio Stefano ideatore del concorso Ragazza We Can Dance insieme alla vincitrice di quest’anno Lara Castaldi

Una kermesse che ha lo scopo di cercare nuovi talenti per la tv, tanto da scoprire la nuova Miss Italia. In piena Pandemia ha festeggiato i 40 anni di carriera ed un nuovo format “We Can Work”.

Dino parlando con te si rispolvera la storia della nascita della moderna comunicazione fatta di inglesismi, da dove nasce la passione per questa lingua, che tra l’altro parli benissimo?

«In realtà non nasce, devi sapere che sono nato a Montreal perché i miei genitori per motivi di lavoro si erano trasferiti in Canada. Quando avevo 7 anni tornarono a

Napoli dove ho studiato fino a diplomarmi capotecnico chimico all’istituto “Francesco Giordani”. Mi iscrissi anche all’università, ma dopo due anni abbandonai. Rapito dalla musica. Senza però abbandonare quella che per me era la lingua madre».

Avevi un nome d’arte ai tempi poi diventato anche un disco, ci racconti un po’ gli esordi?

«They call me Scorpyo, il mio nome d’arte. Era il 1984 e il disco fu realizzato alla Heaven Studio S di Rimini. A produrlo Angelo Valsiglio che ha lanciato Laura Pausini, per intenderci».

Nello stesso anno «Mi piazzai al secondo posto nel concorso “Il più bello d’Italia”, svoltosi ad Alassio. É l’equivalente di “Miss Italia” per le donne».

Mi hai sciorinato tutti i successi del passato ed anche del recente passato, hai avuto collaborazioni nazionali ed internazionali da capogiro, tanto da custodire aneddoti più o meno simpatici di personaggi famosi. Io, però, voglio far emergere un Dino Piacenti inedito, quello poco conosciuto, che di buon mattino porta il suo “Cucciolo” a fare i suoi bisognini. Chi è Dino Piacenti privato?

«Dino privato, è un pantofolaio, pigro. Dedito alla famiglia. Pochi sanno che ho un passato anche da amministratore locale come assessore agli eventi, sempre per quello che so fare».

Come dicevi ti sei dedicato alla vita pubblica rivestendo il ruolo di Assessore allo spettacolo e agli eventi della città di Marano di Napoli, organizzando eventi per la festa della mamma ma anche che rilanciassero l’importante sito archeologico del Ciaurro coinvolgendo i giovani del territorio circostante. Dino come ricordi quel periodo?

«In politica non ci si può improvvisare, è una cosa seria, ciascuno deve fare ciò che conosce, e lo deve fare bene. Quegli eventi furono un successo proprio perché ho dato alla mia città, ciò che so fare meglio, il mio lavoro quotidiano, la politica è una cosa seria che va fatta da persone competenti, non si può improvvisare, parliamo della vita di tutti noi».

Vita privata tranquilla, quindi, nessuno scoop… dove ti senti più a tuo agio Radio o tv?

«La radio è una forte passione. E’ uno strumento diretto, bello, la gente può immaginare, c’è il fascino del Mistero. Quando ho iniziato il fascino della radio era il top, ti innamoravi di una voce ed immaginavi come potesse essere la persona che ti teneva compagnia.

Oggi lavorare in radio è diverso, aiuta tanto anche la tecnologia, anni fa c’eri tu e il microfono, bisognava utilizzare molto la fantasia essere bravissimi. E’ senza dubbio una bella palestra.

Il fascino del mistero, ti dicevo e ricordo con piacere il favore del pubblico, immagina che questo fascino portava 700/800 ragazze a settimana ad inviarmi lettere di apprezzamento e non solo (credo fossero però fidanzati gelosi).

Voglio ricordare insieme a te quanto fosse complicato inviare una lettera allora e che impegno ci volesse. Bisognava uscire di casa, comprare busta e foglietto, francobollo (il più delle volte comprato di nascosto e frutto di una raccolta certosina di pochi spiccioli) e poi inviare. Il passaggio non era proprio rapido come un click al cellulare o per email come oggi».

Hai vissuto ed hai contribuito al divertimento di diverse generazioni di giovani, cresciuti al sound dei tuoi 45 giri, alle feste animate da te, dalle discoteche dei mega eventi… Come si è evoluto il divertimento dei giovani in questi 40 anni?

«Oggi i ragazzi improvvisano troppo”. Oggi c’è un’irrefrenabile voglia di apparire spesso però si dimentica che la vera bellezza è nel muoversi e parlare con grazia, relazionarsi in modo educato. Si predilige il divertimento mordi e fuggi, l’effimero del momento. Un secondo prima sei in cima alle classifiche per i like ricevuti il giorno dopo nessuno si ricorda più di te. Difficile oggi, mantenere il successo e renderlo duraturo».

Dino Piacenti con Lorenzo Crea legati da una sincera e lunga amicizia

Domanda un po’ scontata ma doverosa…Rimpianti?

«Rimpiango di non aver potuto avere a disposizione i social, i mezzi di comunicazione che ci sono oggi, però non provo rabbia. Avere successo quando non c’erano i social è costata tanta più fatica. In percentuale oggi devi aver il 70 % di bellezza ed il 30% di cultura supportati dai social, un tempo era perfettamente il contrario. Oggi le visualizzazioni pregiudicano molto i professionisti. Tuttavia il vero uomo di cultura è distante dal mondo dei social o meglio ne è meno influenzato tanto da prediligere ancora i tradizionali metodo di comunicazione».

Progetti in itinere?

«Il progetto We Can Dance ormai arrivato al trentennale ed al decennale di Ragazza We Can Dance che nella nona edizione ha consacrato Zeudy Di Palma quale vincitrice, arrivata prima al Concorso di MISS Italia, nell’edizione di quest’anno. Con orgoglio rivendico la vittoria di questa giovane del format (mio e di mio figlio Stefano) Ragazza We can dance è un format televisivo appunto ma anche concorso di bellezza. Come Ultima fatica sono stato impegnato nell’ organizzazione del “Premio delle Eccellenze” che ha premiato le Eccellenze campane nel mondo dell’arte e della cultura presso il Palapartenope e grazie alla realizzazione del premio dell’artista Lello Esposito».

Progetti futuri?

«Creare format nuovi che coinvolgano la gente vera, improvvisando. Vorrei creare “Relazioni Umane” una trasmissione molto nazional popolare On the road, darsi appuntamento in un certo luogo in una data città ad un orario e lì iniziare a parlare di società, problemi non solo di eventi».

Grazie Dino per la disponibilità, ci siamo rincorsi per questa chiacchierata ma alla fine ci siamo riusciti, arrivederci alla prossima.

«Grazie a te, alla prossima con piacere».

Dino Piacenti mi ha svelato una notizia TOP SCRET dirompente, io mantengo il segreto perché è davvero un’idea innovativa che quando sarà realizzata farà molto parlare… Naturalmente vi terremo informati sugli sviluppi e diamo appuntamento a Dino per un sequel.

Dino Piacenti con ULTIMO a margine del grande successo delle 2 serate al Maradona di Fuorigrotta 90.000 presenze