Un uomo si reca a casa del fratello per ucciderlo: gli spara 3 colpi di pistola alla testa e poi si suicida

4 Giugno 2021 - 14:02

Un uomo si reca a casa del fratello per ucciderlo: gli spara 3 colpi di pistola alla testa e poi si suicida

Un’autentica tragedia piomba su una famiglia pratese e distrugge le loro vite. Il dramma si consuma rapidamente, culminando in un devastante episodio di omicidio-suicidio. Riporta la notizia la redazione di Fanpage.it.

La vicenda

I fatti vedono il loro svolgersi precisamente a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. Qui, un uomo di cinquantaquattro anni si reca a casa del fratello maggiore.

Potrebbe apparire una comune e semplice visita famigliare, ma purtroppo non è così. Il cinquantaquattrenne, infatti, ha portato con sé una pistola Beretta.

Usa l’arma per assassinare a sangue freddo il fratello, ponendo fine alla sua vita con due colpi assestati in pieno viso. Poco dopo l’omicidio, si è tolto a sua volta la vita.

I tragici avvenimenti hanno destato profonda preoccupazione e shock presso la comunità locale. L’uomo, che si è preso autore del delitto per poi suicidarsi, era già da qualche tempo un senzatetto.

Le indagini

Gli agenti stanno ora indagando sul movente che possa aver spinto l’uomo a compiere il duplice gesto tragico. Le forze dell’ordine stanno passando al vaglio tutti gli elementi per ricostruire l’andamento dei fatti.

La vittima, uccisa per mano del fratello, aveva sessant’anni. Il tutto si è svolto nel corso della serata di ieri, in tardo orario. Il rumore degli spari ha spaventato i vicini di casa, che hanno provveduto a chiamare i carabinieri.

Le autorità hanno rinvenuto il cadavere del sessantenne, di nome Giacomo Pusceddu, proprio nella sua casa di via Pomeria, dove risiedeva da solo.

A poca distanza dal suo cadavere, giaceva quello del fratello di pochi anni più giovane, il cinquantaquattrenne Maurizio. Restano ancora numerosi lati della vicenda che devono essere chiariti.

Al momento, i carabinieri hanno sequestrato l’arma del delitto, una Beretta che Maurizio Pusceddu deteneva legalmente e anche i cellulari dei due fratelli. Si spera in tal modo di risalire al movente del gesto fatale, anche attraverso la visione dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona.

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