Lo scorso 28 giugno in un campo di granoturco tra Pieve Fissiraga e Villanova del Sillaro (in provincia di Lodi), era stato trovato senza vita il 21enne Mohamed Kaoukeb Raji. Per questo motivo un 30enne
è stato sottoposto a fermo come indiziato dell’omicidio. Il corpo di Raji era stato trovato nei pressi di Cascina Mongiardino parzialmente nascosto dalla vegetazione,
non lontano dall’autostrada A1. Il 21enne, di origine marocchina, risultava scomparso da Avezzano (in provincia di L’Aquila), ma di fatto era senza fissa dimora dopo aver vissuto alcuni periodi tra Novara e Varese.
In tre lo scorso 28 giugno erano partiti dall’Abruzzo per cercarlo, dopo che un uomo aveva telefonato alla madre del ragazzo comunicandole che suo figlio era morto. Stando a quanto emerso da un
primo esame del medico legale, Raji era stato ucciso con un colpo di fucile al torace. I carabinieri, coordinati dalla pm Martina Parisi, avevano concentrato le prime indagini proprio intorno all’uomo della
telefonata, il quale avrebbe potuto fornire elementi utili per la ricostruzione della dinamica dell’omicidio. L’inchiesta è arrivata a una svolta quando un 30enne, di origine marocchina, si è presentato in
Procura accompagnato dal suo avvocato. Stando a quanto riportato da Ansa, l’uomo avrebbe negato un suo coinvolgimento nel delitto. Tuttavia, è stato ascoltato dagli inquirenti e dopo il colloquio è stato
disposto il fermo nei suoi confronti in quanto indiziato di delitto. L’uomo si è presentato spontaneamente in Procura a Lodi insieme al suo avvocato sostenendo
di non essere coinvolto nel delitto. Dopo averlo ascoltato, però, il magistrato di turno ha disposto il fermo nei suoi confronti. Fonte Fanpage.it.