“Un altro le ha messo mi piace su Facebook”. Tenta di lanciare la fidanzata incinta dalla finestra

17 Novembre 2019 - 12:41

“Un altro le ha messo mi piace su Facebook”. Tenta di lanciare la fidanzata incinta dalla finestra

“Un altro le ha messo mi piace su Facebook”. Tenta di lanciare la fidanzata incinta dalla finestra

Prima ha provato a gettarla giù dalla finestra, poi l’ha spinta contro un muro, tenendola per la gola, le ha forato un polmone e la staccato una costola. E tutto perché un altro avevo messo mi piace ad una foto di lei su Facebook. Per questo Ashley Brazier, 31 anni, di Whitstable nel Kent, Regno Unito, è stato arrestato e condannato a tre anni e 9 mesi di reclusione per aver aggredito e cercato di uccidere la sua fidanzata incinta. Un vero e proprio incubo per la ragazza, che è sopravvissuta per miracolo al brutale attacco. Quest’ultima, accusata dal suo aguzzino di avere un’altra relazione, ha anche provato a fuggire ma non ce l’ha fatta. Secondo quanto ricostruito dalla Corte della Corona di Canterbury, lui l’ha afferrata con forza, schiaffeggiandola e stordendola, e l’ha colpita con la cornetta di un telefono, accecato dalla gelosia.

Durante l’attacco, Brazier ha persino spostato una costola della sua compagna, dandole un pugno sul torace e forandole uno dei polmoni che i medici hanno dovuto drenare due volte. La giovane, infatti, di cui non è stata resa nota l’identità, è stata poi trasferita al Queen Elizabeth The Queen Mother Hospital di Margate, dove è stata ricoverata e ha scoperto di essere in dolce. Al momento dell’aggressione, infatti, non sapeva ancora di essere incinta. Non era la prima volta che Brazier attaccava la sua compagna. Già in precedenza le aveva inviato messaggi offensivi e l’aveva aggredita con schiaffi e pugni. Inoltre, l’uomo aveva già a suo carico 41 condanne precedenti, tra cui due per molestie e altre per violazioni multiple di ordini del tribunale. Il giudice che l’ha condannato, Amy Nicholson, ha affermato che Brazier rappresenta un “rischio significativo per il pubblico” ma non ha potuto imporre una pena prolungata perché i suoi poteri di condanna erano limitati.

Fonte: Fanpage.it