Un abbraccio lungo 2500 anni: padre e figlio sepolti insieme
Una scoperta che arriva da lontano. E dal profondo. Probabilmente, quando gli scavi archeologici cominciati a Roca, in provincia di Lecce, nessuno poteva immaginare un tale ritrovamento. È successo agli archeologi del Laboratorio di Antropologia Fisica dell’Università del Salento, coinvolti inizialmente in un’azione di recupero di resti scheletrici parecchio datati.
Doveva essere un’operazione come tante altre di recupero di resti scheletrici che ha lasciato tutti gli operatori a bocca aperta. Invece scoperchiato il monumento funebre, una tomba messapica risalente al V secolo a.C, cioè a 2500 anni fa, sono emersi due scheletri fossilizzati in un abbraccio. Un uomo e un ragazzino, probabilmente padre e figlio.
Non è la prima volta, naturalmente, che accade. A Pompei, tempo fa, il ritrovamento di quelli che oggi sono chiamati “Gli amanti”, chiamati così perché ritrovati abbracciati tra loro. Essendo poi rinvenuto, dopo gli esami, che si trattava dei resti scheletrici di due uomini, si è parlato anche di “abbraccio gay”, cosa che naturalmente non può essere in alcun modo provata. Stesso dicasi per “gli amanti di Modena”, di cui proprio qualche giorno fa si è avuta certezza si trattassero anche in quel caso di due uomini.
I Messapi furono un’antica popolazione illirica stanziatasi nella Messapia (etimologicamente “terra tra due mari”), un territorio corrispondente alla Murgia meridionale e al Salento, tra le attuali province di Lecce, di Brindisi e parte della provincia di Taranto. Le prime attestazioni della civiltà messapica risalgono all’VIII secolo a.C., tra cui tombe in cui venivano sepolti i cadaveri. Dopo il 272 a.C. furono riassorbiti nei possedimenti romani. (Fanpage)