Il premier Mario Draghi sembra intenzionato a muoversi con estrema cautela, come già dimostrato con la proroga a fine marzo delle chiusure tra
le Regioni. Quello che dovrebbe cambiare, fanno sapere da fonti di governo, è il metodo: coinvolgere le Camere nell’adozione dei futuri
provvedimenti, già questo se i tempi stretti lo permetteranno. In altre parole, superare i Dpcm a vantaggio dei decreti, da convertire in legge dal Parlamento
entro 60 giorni. L’indicazione del Cts sarebbe comunque quella di una sostanziale conferma dell’impianto del Dpcm in scadenza, senza via libera, ad
esempio, per la riapertura di palestre e piscine. La stessa linea che è caldeggiata in primo luogo da Speranza, che oggi riferirà prima al Senato e poi alla
Camera sulla pandemia. Per il ministro, infatti, non è il momento di “abbassare la guardia” perchè i dati non lo consentono e le varianti destano preoccupazione.
Una linea, quella del rigore, che non vede però tutti d’accordo. Non riapriranno, palestre e piscine. L’asticella per la ripartenza dello sport, riferisce il
Corriere della Sera, è fissata dagli scienziati a 50 nuovi contagiati su 100 mila abitanti. Numeri da «fascia bianca». Nessuna riapertura su questo fronte
prima di un mese e mezzo, scrive il quotidiano. Al momento, restano chiusi, anche cinema e teatri. E’ in agenda per oggi un incontro tra il ministro dei Beni
Culturali Dario Franceschini e i membri del Comitato tecnico scientifico. Si cercherà di mettere a punto una road map per la ripartenza. Allo stesso tempo,
si valuterà la possibilità sul breve termine di permettere l’ingresso nei musei durante i fine settimana. . Matteo Salvini e la Lega chiedono un
allentamento. In seno al governo, si cerca una quadra tra “aperturisti” e “rigoristi”. Da una parte, il leader della Lega Matteo Salvini sgomita, chiedendo la riapertura
dei ristoranti la sera, delle palestre e dei teatri, con la sponda di alcuni governatori, del centrodestra ma non solo (si veda il dem Stefano Bonaccini).
Ma nonostante la forte pressione di Salvini, bar e ristoranti, non dovrebbero riaprire la sera, dopo le 18. Nemmeno nelle Regioni in fascia gialla. Secondo
Repubblica, tuttavia, non è escluso che possa esserci una rivalutazione per quelle aree dove la morsa del virus si sta allentando, sia sul fronte dell’andamento
dei contagi sia – di conseguenza – su quello della tenuta del sistema sanitario. In generale, Draghi dovrebbe confermare il meccanismo delle fasce di
rischio che in questi mesi ha visto le Regioni italiane colorarsi di giallo, arancione e rosso. Esclusa, dunque, la zona arancione nazionale. Nel corso dei
vertici di ieri, riferisce il quotidiano romano, il premier ha chiarito: «Io non sono per l’apertura o la chiusura, è la scienza che farà la sue valutazioni.
Ma ci sarà un tagliando sui parametri». In altre parole, saranno definite nuove regole che determineranno il passaggio delle Regioni da una fascia all’altra.
Sul tavolo del governo il capitolo ristori, sono ben presenti le richieste dei tanti settori in sofferenza. L’inizio della settimana prossima potrebbe essere quello del Consiglio dei ministri per il
decreto economico. Un decreto corposo che coinvolgerà diverse categorie produttive e che non potrà che risentire degli ultimi aggiornamenti sulla situazione pandemica.