Ultim’ora. Omicidio Desirèè: «Poteva salvarsi». Si cerca un italiano
Si continua ad indagare a tutto spiano sulla morte di Desirée Mariottini, la sedicenne romana uccisa una settimana fa in un palazzo abbandonato di San Lorenzo e per il cui omicidio sono state già fermate quattro persone, mentre altre tre sarebbero tutt’ora ricercate dalle forze dell’ordine. Tra i ricercati ci sarebbe anche un italiano, oltre a due stranieri che andrebbero ad aggiungersi ai quattro già fermati e la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti.
Le indagini
La presenza di un italiano tra i ricercati è stata rivelata dal Corriere.it, che ha anche spiegato il possibile ruolo dell’uomo nella vicenda. Si tratterebbe di un certo “Marco” che avrebbe rifornito il branco di pasticche, tra cui antiepilettici ed antipsicotici, quelle che sarebbero state utilizzate per “privare Desirée di capacità di reazione” e ridurla ad essere “un mero oggetto di soddisfazione sessuale”, come indicato dal giudice nell’ordinanza che portato al fermo degli extra-comunitari, i primi ad essere coinvolti nella vicenda.
La tragedia
Ma la vera “tragedia nella tragedia”, che fa ancor più rabbrividire, è che la giovane avrebbe potuto essere salvata. Sebbene incosciente, sebbene stordita da droghe e psicofarmaci, poteva ancora essere salvata. Ma sarebbero stati proprio i suoi “mostri” ad impedirne i soccorsi. Tanto che avrebbero detto, ad alcuni presenti che lo avrebbero già testimoniati agli inquirenti, “Meglio lei morta che noi in galera”. Una frase terribile e tremenda, che getta ancora più nello sconforto per la crudeltà ed il cinismo dei suoi aguzzini nei confronti di una sedicenne già martoriata da loro stessi poco prima. Tra chi avrebbe provato a soccorrerla, ci sarebbero state anche tre donne, due straniere ed un’italiana, frequentatrici abituali dello stabile occupato di San Lorenzo e che ora stanno collaborando con gli inquirenti. (Fanpage)