“La Curva di trasmissione del codiv-19 sta diminuendo ma l’attenzione deve restare alta se non si vuole che risalga”.
La conferma arriva oggi dall‘Istituto Superiore di Sanità nella consueta con conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del contagio.
Le Misure anti-contagio hanno fatto registrare dati confortanti perché si conferma il trend decrescente ma per ora è lontana la fase due e si dovrà attendere ben oltre Pasqua per l’allentamento delle misure distanziamento sociale hanno ribadito Brusaferro, Rezza e Locatelli durante il focus epidemiologico.
“Non c’è nessuna zona del Paese dove non circoli” il coronavirus, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro pur confermando che la situazione è molto diverse da regione a regione.
I dati dell’Italia sono trascinati da regioni come Lombardia ed Emilia Romagna mentre il sud sembra sia stato meno colpito finora anche grazie al fatto che quando i focolai sono arrivati si era già pronti con misure restrtitive che al momento devono persistere.
“Se avessimo mollato al Sud avremmo avuto tante Codogno” ha spiegato Gianni Rezza, a capo delle Malattie infettive dell’Iss e membro del comitato tecnico scientifico della Protezione civile. “Senza misure in 6 mesi avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti e feriti” ha aggiunto l’epidemiologo parlando di “moderato ottimismo” per le regioni del sud Italia durante la conferenza stampa odierna sul focus epidemiologico.
La raccomandazione dunque è di tenere “molto elevata la soglia delle restrizioni adottate” finora e in caso di avvio della fase 2, “questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi” ha aggiunto lo stesso Rezza. Come confermato anche dal numero uno del Protezione civile, “Dovremo rinunciare alla Pasqua fuori casa” ha ribadito anche il direttore del’Iss Franco Locatelli, annunciando che a breve partiranno i test sierologici “importantissimi per fare delle stime” del contagio e dunque prevedere con maggiore certezza il ritorno alla normalità.
I test sierologici vanno validati in modo metodologicamente rigoroso, ha poi aggiunto Locatelli, spiegando che “con i test sierologici per la ricerca degli anticorpi nel sangue sarà possibile avere un quadro completo dell’epidemia in Italia che sarà probabilmente diverso regione per regione”. Fonte: Fanpage.