Ultim’ora Coronavirus: “Il 10% finisce in terapia intensiva”. Ospedali in crisi

28 Febbraio 2020 - 15:43

Ultim’ora Coronavirus: “Il 10% finisce in terapia intensiva”. Ospedali in crisi

Ultim’ora Coronavirus: “Il 10% finisce in terapia intensiva”. Ospedali in crisi

Un malato su dieci che ha contratto il coronavirus finisce in terapia intensiva in ospedale. Ecco perché la sanità rischia di andare in crisi ed è quindi necessario osservare le misure di sicurezza per contenere il contagio. Lo ha spiegato in una nota la Regione Lombardia, avvertendo che le strutture ospedaliere nelle aree più colpite – Codogno, Lodi, Cremona, Alzano – hanno affrontato situazioni di emergenza.

Il dieci per cento dei contagiati finisce in terapia intensiva

“In base ai casi accertati la diffusione del virus è ancora circoscritta e l’incidenza è alta in alcune aree pari a circa al 4 per cento della popolazione regionale – spiega una nota della Regione -. Il Covis-19 per il 90 per cento dei pazienti è facilmente risolvibile, ma nel restante 10 per cento dei casi, soprattutto se anziani o con un quadro clinico compromesso, richiede il passaggio in terapia intensiva. Nelle zone ad alta incidenza gli ospedali (Codogno, Lodi, Cremona, Alzano) hanno dovuto affrontare situazioni emergenziali sia per l’elevato numero di casi, sia perché l’11 per cento delle positività riguarda operatori sanitari. Fino ad oggi il resto della rete ospedaliera è ancora in grado di dare risposta”.

Coronavirus, se il contagio si allarga ospedali in grave crisi

I rischi sono legati alla contagiosità del Covid-19. Dalle prime evidenze ogni soggetto positivo trasmette il COVID-19 ad altre 2 persone (r0=2). “Se la diffusione si estende, gli ospedali andranno in grave crisi non solo per i ricoveri da Coronavirus ma per tutti i pazienti. Infatti, sono numerose le patologie che richiedono il ricorso alle cure intensive ma i posti disponibili sono limitati”.

Perché bisogno rispettare le misure restrittive

“Le malattie che richiedono un ricovero in terapia intensiva – prosegue la Regione – sono molteplici e possono verificarsi in tutte le età; possono interessare i neonati, i pazienti malati da molto tempo o persone che poco prima stavano bene, come i soggetti traumatizzati o quelli sottoposti ad interventi chirurgici difficili ed impegnativi”. “Per questo è stato necessario adottare le misure restrittive” previste dal decreto del governo del 25 febbraio “che, alla luce dei dati ad oggi disponibili, si sono rivelate corrette in quanto consentono di contenere, o perlomeno rallentare, la diffusione del virus”.

L’emergenza all’ospedale di Lodi

“Questa notte è scoppiata un’altra emergenza a Lodi. A Lodi improvvisamente nel pomeriggio di ieri c’è stata un affollamento di ricoveri: 51 ricoveri gravi”, ha detto il governatore Attilio Fontana questa mattina, spiegando che i malati sono stati trasferiti in altre strutture lombarde.

Fonte: Fanpage.it