Reddito di cittadinanza: ora scatta il sequestro del conto corrente

15 Novembre 2021 - 15:32

Reddito di cittadinanza: ora scatta il sequestro del conto corrente

Chi sgarra paga: blocco totale ,
del conto corrente ,e restituzione
della somma indebitamente percepita.

Da chi usufruisce del reddito di cittadinanza ,senza averne diritto, “dimenticandosi” ,di informare lo Stato di avere un nuovo lavoro.

Cosa ha deciso la Cassazione

Lo ha certificato anche la Cassazione che, con una sentenza, ha stabilito,
la legittimità del sequestro del conto, per chi non avrà il diritto, ad usufruire del sussidio statale.

Nel caso specifico riportato da Laleggepertutti.

Gli Ermellini ,si sono occupati,
del caso di una donna, che aveva fatto ricorso, contro il sequestro del proprio conto ,anche se aveva continuato a percepire il RdC.

Pur avendo un lavoro da dipendente. Ovviamente, non solo il ricorso ,
è stato respinto.

Ma i giudici hanno stabilito,
che “devono essere confiscate, le somme a credito ,erogate dall’Inps ed incassate indebitamente.

Inoltre , si legge ancora , è stato escluso, che la donna ,non fosse al corrente dell’obbligo di dichiarare
la variazione del suo reddito”.

La lavoratrice sapeva ma ha fatto finta di non sapere che, dal momento ,
in cui ha iniziato il nuovo lavoro,
lo avrebbe dovuto comunicare immediatamente all’Inps ,che avrebbe interrotto l’erogazione dell’aiuto.

Invece no, tutto come se niente fosse e doppio stipendio in saccoccia.

Qualora il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro ,
spiega la Cassazione, la confisca viene eseguita.

In ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro, comunque rinvenuto nel patrimonio,
del soggetto.

Fino alla concorrenza, del valore del profitto medesimo e deve essere qualificato come confisca diretta e non per equivalente”.

Quindi, tutto ciò che è stato percepito indebitamente subisce ,il sequestro sul conto in banca.

Cosa stabilisce la nuova Manovra

Secondo la nuova bozza, della Manovra per il 2022, il reddito di cittadinanza, decade ,se vengono rifiutate due proposte di lavoro consecutive,
(prima erano tre).

Inoltre, ci saranno tagli di 5 euro, sull’assegno dopo sei mesi dall’inizio del sussidio.

Obbligo di presenza, poi, per chi non può lavorare ,ma è destinatario del Patto per l’inclusione sociale.

Almeno una volta al mese, dovrà presentarsi presso i servizi di contrasto della povertà ,
in modo da consentire una verifica sulle sue condizioni.

L’assenza non giustificata equivale, anche in questo caso, alla perdita del sussidio.

Per evitare ,che accadano altre situazioni inverosimili ,come tutte le notizie di cui abbiamo scritto.

Saranno rafforzati i controlli
per evitare che il reddito di cittadinanza finisca nelle casse,
di chi non ne avrà diritto.

I Comuni saranno chiamati controllare dettagliatamente anagrafe, residenza e soggiorno anche “preventivi e successivi entro 90 giorni”.

E se non lo fanno, il rischio è di danno erariale (verso lo Stato).

Dovrà fare la sua parte anche l’Inps, per verificare che ci siano i giusti requisiti patrimoniali “indicati nella dichiarazione sostitutiva unica” ,
facendo attenzione ai beni che si posseggono all’estero.