Epatite nei bambini, in Italia 11 casi di cui due confermati. «Nessun legame con il vaccino anti Covid»

23 Aprile 2022 - 16:02

Epatite nei bambini, in Italia 11 casi di cui due confermati. «Nessun legame con il vaccino anti Covid»

Epatite acuta nei bambini,
la circolare del Ministero della Salute, inviata oggi alle Regioni .

Cerca di fare luce su quanto sta avvenendo nel nostro Paese, dopo le decine di casi registrati in diversi Paesi europei ,(soprattutto nel Regno Unito) con alcuni bambini costretti addirittura al trapianto di fegato. 

Al 22 aprile, sono giunte in totale
11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto).

La circolare è stata inviata alle Regioni, alle strutture sanitarie
e ai medici sui casi di epatiti acuta
di natura non conosciuta.

Solo due sono confermati e ad uno giudicato «possibile» è stato eseguito un trapianto.

Una positività per Adenovirus ,
o per SARS-CoV-2 è stata per ora riportata solo in 2 casi sospetti.

«Il ruolo degli Adenovirus in queste forme ipotizzato in UK, non è però confermato».

Il ministero, nella circolare firmata dal direttore alla prevenzione Gianni Rezza.

Sollecita la segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’OMS.

«Si raccomanda, in questa fase,
volendo privilegiare sensibilità rispetto a specificità, di valutare
ed eventualmente segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso.

Si raccomanda, altresì, di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici, per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario». 

«Non è stato identificato
alcun legame con il vaccino
anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune.

Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E.

Le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi.

Sono state avviate, e sono in corso, anche indagini tossicologiche».